Brucellosi, la Sicilia è la regione più colpita. I sindacati: "Aumentare le ore di lavoro dei veterinari"

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Brucellosi, la Sicilia è la regione più colpita. I sindacati: "Aumentare le ore di lavoro dei veterinari"

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giovedì 09 Maggio 2019 - 11:06

La Sicilia è ad oggi la regione italiana più colpita dalla brucellosi, la nota malattia infettiva che colpisce principalmente gli animali, specie i bovini, e che può colpire accidentalmente anche l’uomo. In particolare, stando ai dati più recenti rilasciati dall’Unione Europea, nell’Isola il 2,39% di aziende bovine e ovi-caprine risulterebbero infette, il tutto a fronte di un impiego a dir poco sotto dimensionato del personale medico-veterinario che dovrebbe prevenire il formarsi di tale malattia negli animali. In tal senso, un nutrito fronte sindacale messinese (Uil, Cgil, Anaao Assomed, solo per citare alcune sigle) ha deciso di scrivere alla Regione e all’Asp di Messina affinché vengano aumentate le ore settimanali di incarico a tempo indeterminato dei cosiddetti medici veterinari specialisti ambulatoriali interni, così come tra l’altro richiederebbe la normativa vigente. Ciò si rende necessario per garantire lo svolgimento adeguato delle attività di prevenzione, volte a tutelare la salute pubblica e le aziende del settore (aziende queste che altrimenti rischiano di essere fortemente penalizzate in termini di immagine dai casi di brucellosi che di volta in volta potrebbero verificarsi). Riportiamo qui di seguito la nota delle organizzazioni sindacali:
“Detto incremento, nella misura di almeno trenta ore settimanali, è stata individuata quale azione essenziale da intraprendersi, per garantire i controlli sanitari sul patrimonio zootecnico a tutela della popolazione da parte del Direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria, dal Commissario Straordinario pro tempore, dal Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Asoe, dal Direttore Generale pro tempore, dalla Federazione Regionale Ordini Medici Veterinari Sicilia (FROMVS) e, infine, dalla risoluzione approvata nel marzo 2018 all’unanimità in Commissione Salute dell’Ars che impegnava il Governo Regionale e l’Assessore ad adottare misure di potenziamento della specialistica ambulatoriale veterinaria interna. Malgrado ciò, per colmare il considerevole sussistente gap prestazionale medico-veterinario, su recente indicazione del Dipartimento Regionale Asoe, ma con il parere motivatamente contrario dei sindacati più rappresentativi, l’Asp di Messina intende procedere, in maniera inspiegabile e unilaterale, in violazione di norme contrattuali, a reiterare la proposizione di progetti obiettivo illegittimi sia per la dirigenza che per la specialistica ambulatoriale medico-veterinaria.
A chi giova, dunque, non autorizzare in Sicilia, ed in particolare a Messina, l’oggettivamente necessario incremento delle ore settimanali a tempo indeterminato dei Medici Veterinari Specialisti Ambulatoriali che consentirebbe, in maniera continua e permanente, lo svolgimento delle attività di prevenzione e controllo in ossequio alla vigente normativa, peraltro in totale controtendenza rispetto a quanto attuato in altre regioni d’Italia, come ad esempio Puglia, Calabria e Campania? La delibera dell’Asp di Messina 1122/DG del 3 maggio scorso concretizza una prosecuzione di quanto già autonomamente e illegittimamente posto in essere negli anni precedenti trattandosi, per stessa ammissione degli uffici proponenti, di attività progettuali non disciplinate dai contratti di lavoro (CCNL e ACN) e, quindi, non legittimamente proponibili.
Com’è possibile che venga impunemente consentito alla pubblica amministrazione di proporre atti illegittimi, peraltro imponendo la sottoscrizione di liberatorie di accettazione da parte dei professionisti, idonee a scaricare “strumentalmente”, di fatto, sugli stessi le responsabilità giuridiche che ne discendono? Infatti, nel sottolineare che l’articolo 39 del vigente ACN non prevede la proposizione di progetti obiettivo ai medici veterinari specialisti ambulatoriali, non può e non deve sottacersi come dall’attuazione di quanto proposto dall’Asp di Messina, discenderebbe una palese violazione della legge 412/1991, generandosi un’incompatibilità sanzionabile ai sensi dell’articolo 25 dell’ACN, configurandosi quale attività “libero-professionale”, peraltro impropriamente retribuita all’interno del cedolino, con l’aggravante dell’evasione della correlata Iva dovuta all’erario. Ancora, essendo previsto un vincolo prestazionale su base oraria, si perpetua una gestione delle attività stigmatizzata dalla Federazione nazionale ordini veterinari italiani e dalla FROMVS, rilevando come la stessa sia in contrasto con le previsioni del vigente codice deontologico, e come sussista “il divieto per il veterinario di effettuare prestazioni che siano in contrasto con il codice deontologico e la legislazione vigente”.
Lo strumento del progetto obiettivo utilizzato negli anni precedenti solo come soluzione tampone e oggi scelleratamente riproposto, oltre che illegittimo ha prodotto, quali risultati, la presenza, nel territorio messinese, della più elevata percentuale di aziende zootecniche non ufficialmente indenni della regione, con le conseguenti restrizioni nella commercializzazione animali e annesse produzioni agroalimentari di nicchia, che hanno reso famosa la nostra isola nel turismo enogastronomico mondiale che oggi, purtroppo, subiscono la bollatura delle notizie mediatiche di stampo allarmistico come illecita produzione a rischio per la salute pubblica. Ovviamente, però, sono stati sufficienti a garantire il raggiungimento degli obiettivi annuali prefissati per fruire, da parte dell’amministrazione dell’Azienda, di “succosi” premi di risultato! Le scriventi organizzazioni sindacali, quindi, al fine di tutelare l’interesse primario dei medici veterinari specialisti ambulatoriali e dei dirigenti medici nel ribadire l’illegittimità della deliberazione 1122/DG dello scorso 3 maggio da parte dell’Asp di Messina ipotizzano, infine, anche un utilizzo non corretto delle risorse economiche impiegate per finanziarlo, derivanti dai proventi introitati ai sensi del decreto legislativo 194/2008. Nel rammentare come l’articolo 9 del Decreto Sanità (decreti legge 158/2012) preveda il commissariamento delle regioni che non abbiano provveduto all’eradicazione delle malattie infettive e diffusive del bestiame prescritte dalle normative comunitarie, anche in funzione del mancato conseguimento degli obiettivi prioritari individuati all’articolo 2 dell’O.M. 28/05/2015 e s.m.i. che recita “l’obiettivo prioritario di raggiungere la qualifica di territorio ufficialmente indenne da tubercolosi, brucellosi e leucosi..”, si auspica che la Regione e l’Asp di Messina, con la collaborazione delle organizzazioni sindacali, vorranno intraprendere le corrette azioni, necessarie a garantire la tutela della salute pubblica e del comparto agro-zootecnico unitamente al correlato indotto, ma nel dovuto rispetto delle disposizioni legislative e contrattuali in materia, e in ossequio ai criteri di legittimità, economicità, efficienza, efficacia ed appropriatezza che devono guidare l’azione della pubblica amministrazione”.