Graziella Recupero rivive tra le pagine del volume Una rosa bianca

Maria Antonella Saia

Graziella Recupero rivive tra le pagine del volume Una rosa bianca

venerdì 03 Maggio 2019 - 09:15

Ci sono libri che colpiscono il lettore sin dalle primissime pagine, arricchendolo culturalmente ed emotivamente,  sono libri che consentono di viaggiare con la mente verso luoghi sconosciuti e pieni di fascino, capaci di farti vivere storie piene di magia; e poi ci sono che si presentano senza alcuna pretesa, che semplicemente parlano alla nostra anima, senza frapposizione di  filtri. Non lo avevano preventivato, ma è qualcosa che succede e basta! Questi ultimi non si presentano  ambientati in incantevoli luoghi esotici, e i personaggi di cui si racconta non sono frutto di una frizzante fantasia, ma sono persone reali nate e cresciute, talvolta, nella nostra città, le quali hanno attraversato un lunghissimo arco temporale per giungere fino a noi.
E’ il caso  di Graziella Recupero, giovane  ragazza barcellonese, protagonista suo malgrado del volume dal titolo Una rosa bianca, ispirato al femminicidio della stessa, pubblicato da Giambra editore, riportato  in luce da Gaetano Mercadante, docente della Scuola Primaria I.C Terme Vigliatore, nonché grande appassionato di teatro, e Flaviana Gulli, giornalista caporedattore  del quotidiano online 24live.
Tutto si svolse nella Barcellona Pozzo di Gotto degli anni ’50.
Graziella  era una ragazza tranquilla con tanti sogni e progetti che custodiva gelosamente, con la speranza, un giorno,  di vederli realizzati. La sua  vita si divideva  tra  la famiglia e  la scuola che avrebbe portato a termine a breve, se non fosse stata barbaramente uccisa. Il delitto  e il macabro modus operandi fu un grande shock non soltanto per la sua  famiglia  ma per tutta la comunità barcellonese che da quel momento non si sentì più al sicuro.
Avvenimenti questi che sono stati trattati dagli autori con dovizia di particolari  ma anche con estrema delicatezza e riservatezza, senza mai scadere  nel voyerismo.  Le abitudini  e i costumi dell’epoca sono state tratteggiate minuziosamente dagli autori, quasi a voler creare un ponte che mettesse in contatto tre generazioni, costituite dalla  memoria storica dei nonni, la generazione di mezzo e i ragazzi, che rappresentano il futuro; quel futuro che a Graziella è stato  irrimediabilmente negato.
Caratterizzato da uno  stile giornalistico dinamico   Una rosa bianca  non  può  considerarsi  una  lettura alla quale accostarsi con leggerezza, ma  è un racconto  di vita  che una volta letto cambierà per sempre la vita del lettore.