Manca poco alla cosiddetta marcia della dignità promossa dal sindaco metropolitano Cateno De Luca. Infatti, in occasione del primo maggio, giornata dall’elevato valore simbolico dato che si celebra la festa dei lavoratori, De Luca ha deciso di organizzare una protesta contro il governo regionale e nazionale in quanto resisi responsabili di non aver fatto abbastanza per riassestare le finanze dell’ex Provincia di Messina e, più in generale, delle città metropolitane siciliane. Il culmine della protesta sarà raggiunto intorno alle ore 11 di domani, momento in cui il primo cittadino si recherà presso il palazzo della Prefettura di Messina per consegnare la propria fascia azzurra di sindaco metropolitano al prefetto Maria Carmela Librizzi. Il sindaco ha immediatamente esteso l’invito ai restanti 107 primi cittadini della città dello Stretto: “I colleghi sindaci sono invitati a partecipare, unitamente alla giunta e al consiglio comunale, con la fascia tricolore”, si legge in un post su Facebook di De Luca. La protesta in esame avrà sicuramente un alto valore istituzionale, ma c’è chi vede in tale iniziativa anche un forte movente politico, che rischierebbe di pesare più del fine istituzionale stesso. Infatti, le elezioni europee sono ormai alle porte, e tra i candidati nella circoscrizione del sud Italia figura anche l’assessore messinese Dafne Musolino.
E i sindacati? A nutrire fortemente questo dubbio sono proprio le principali sigle sindacali, che temono per l’appunto che il sindaco metropolitano possa strumentalizzare una giornata dall’elevato valore simbolico per meri fini di propaganda elettorale.
In particolare, il segretario generale della Uil Messina, Ivan Tripodi, dichiara: “Siamo assolutamente persuasi della gravissima e inaccettabile strumentalità, per fini meramente elettorali, che De Luca intende fare della problematica dei lavoratori della Città Metropolitana. I lavoratori dell’ex Provincia non possono essere strumentalizzati o considerati materia di bassa campagna elettorale poiché la loro vicenda tocca la carne viva di centinaia di donne e uomini giustamente angosciati per il loro futuro. La Uil Messina ribadisce che la salvaguardia del futuro e delle prospettive occupazionali dei lavoratori della Città Metropolitana passa dall’apertura di un’indispensabile vertenza, alquanto complessa, nei confronti del governo regionale e nazionale finalizzata alla definitiva risoluzione della questione che, per essere chiari, non può avere come arco temporale conclusivo la data di svolgimento delle elezioni europee e poi, magari, farla cadere nel dimenticatoio”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è la Cgil di Messina, la quale per il tramite del suo segretario generale Giovanni Mastroeni dichiara: “La scelta assolutamente fuori luogo e di cattivo gusto della data del primo maggio rientra in quelle modalità di esposizione mediatica che nulla hanno a che vedere con quanto si deve fare, ma tratteggiano la necessità di esposizione personale del sindaco in piena campagna elettorale, rischiando così di inficiare i risultati e trasformare tutto in sterile contrapposizione politica. A questo stato di cose diciamo assolutamente no. È ora di smetterla di speculare su questi enti e di cominciare a dare risposte e certezze ai cittadini e ai lavoratori. La giornata del primo maggio non è nella disponibilità di nessuno se non dei lavoratori tutti nel rispetto dell’alto valore simbolico connesso”.