Ex Province, Cgil, Cisl e Uil: “Situazione drammatica, no al silenzio della politica". Sit-in a Palermo

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Ex Province, Cgil, Cisl e Uil: “Situazione drammatica, no al silenzio della politica". Sit-in a Palermo

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domenica 03 Febbraio 2019 - 09:38
“Il silenzio della politica sulla situazione drammatica delle ex Province non ci sta più bene. Il nostro appello è rivolto a tutti, parlamentari regionali e nazionali, di maggioranza o di opposizione, con ruoli istituzionali o meno: serve un’azione coordinata e condivisa e l’impegno di ognuno per lavorare a una norma ‘salva-province”. Il richiamo arriva dai sindacati siciliani, Cgil, Cisl e Uil, e dalle federazioni della Funzione pubblica, che hanno firmato assieme una nota con cui annunciano la prossima mobilitazione dei lavoratori.
I segretari generali Michele Pagliaro e Gaetano Agliozzo di Cgil e Fp Cgil, Mimmo Milazzo e Paolo Montera di Cisl e Cisl Fp, Claudio Barone ed Enzo Tango di Uil e Uil Fpl hanno organizzato oggi un sit-in davanti all’assessorato all’Economia a Palermo, per protestare contro “l’assenza di risposte da parte del Governo regionale sulla gravissima situazione economica e finanziaria che permane in tutte le ex Province della  Regione Siciliana, ormai a rischio dissesto”.
“La Regione – dicono – ci incontri e ci indichi quali interventi è pronta a mettere in campo e quanti altri ne servono, anche a livello nazionale, per risolvere una situazione che ormai è divenuta insostenibile e impedisce il pagamento degli stipendi ai lavoratori e l’erogazione dei servizi ai cittadini”.
“Non accettiamo più alibi da parte di chi ci governa, né da parte di chi sta all’opposizione e non fa abbastanza. Non è sufficiente, anche se è indispensabile, un’iniezione di fondi, come si tenta di fare con gli ultimi documenti contabili in discussione – concludono – serve risolvere strutturalmente questa annosa e drammatica vicenda che vede coinvolti seimila dipendenti delle ex province, più 800 delle partecipate e 600 precari.
Per non parlare della paralisi dei servizi ai cittadini: una ipoteca che pende su strade, scuole, fasce sociali deboli. Non siamo più disposti a tergiversare, vogliamo risposte immediate e l’apertura di un serio confronto politico, istituzionale e sindacale sul tema”.