Ventisei anni fa la mafia uccideva Beppe Alfano. Pietro Grasso: "Cronista onesto contro piste oscure"

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Ventisei anni fa la mafia uccideva Beppe Alfano. Pietro Grasso: "Cronista onesto contro piste oscure"

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martedì 08 Gennaio 2019 - 14:51

Ventisei anni fa, a Barcellona Pozzo di Gotto, la mafia assassinava Beppe Alfano, corrispondente del quotidiano “La Sicilia”.
Il cronista venne ucciso a soli 47 anni per le sue inchieste giornalistiche su Cosa Nostra. Aveva raccontato la guerra tra cosche nel Messinese, gli affari per i maxi-appalti per i lavori pubblici, gli scandali legati alle frodi di produttori agrumicoli che intascavano illegalmente i fondi europei.
E a ventisei anni da quell’atroce delitto Beppe Alfano è ricordato anche dall’ex presidente del Senato, Pietro Grasso: “Un professore con la passione per il giornalismo che con la sua attività di cronista onesto e attento batté piste oscure. Quelle piste lo portarono a raccontare gli intrecci fra mafia, politica e imprenditoria in una provincia, quella di Messina, che molti ritenevano ‘babba’, non mafiosa. Beppe Alfano è tra i cronisti uccisi perché cercava la verità. Fu assassinato la notte dell’8 gennaio 1993. Lo ricordo oggi, come spesso faccio anche durante gli incontri con le associazioni e gli studenti, perché non ci siano più altri giornalisti uccisi per il loro lavoro. Perché sia sostenuto e difeso da tutti noi il giornalismo libero, che mette a nudo la corruzione, la criminalità organizzata, gli abusi e le inadempienze delle amministrazioni pubbliche. Facciamolo anche per onorare i tanti, troppi, cronisti uccisi”.
La figlia Sonia: “Papà, proteggi la nostra famiglia”. “Papà oggi sono 26 anni. E’ successo tanto, anzi tantissimo e hai continuato a esserci. Non lo so se sono stata all’altezza di tutto. A volte forse sì, ma spesso no. So per certo di doverti chiedere perdono: per non essere ancora riuscita a farti avere giustizia”. Lo scrive su Facebook Sonia Alfano, la figlia di Beppe Alfano. “Scusami – prosegue Sonia Alfano – se ancora oggi non sono riuscita ad ottenere per te quel senso di rispetto che tanti dovrebbero avere. Continuerò a provarci. Nel frattempo tu continua a proteggere la nostra famiglia”.