Tumore alla prostata, Sicilia riconosciuta all'avanguardia in Italia

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Tumore alla prostata, Sicilia riconosciuta all'avanguardia in Italia

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giovedì 20 Dicembre 2018 - 07:23

La creazione del PDTA per il cancro prostatico è un elemento fondamentale della governance ospedaliera perché valorizza la best clinical practice con un modello organizzativo idoneo e personalizzato su fabbisogni e risorse“. A renderlo noto è Nicolò Borsellino, direttore Oncologia dell’ospedale Ospedale Buccheri La Ferla di Palermo (meglio noto come “Fatebenefratelli”), punto di riferimento per gli oltre 21mila i siciliani con un tumore alla prostata in quanto risulta essere la prima struttura ospedaliera in Italia ad aver ricevuto recentemente il rinnovo della certificazione UNI EN ISO 9001:2015 dall’Internazionale Bureau Veritas per il cosiddetto PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale. Fondamentale il supporto dell’Assessorato regionale alla Salute, Astellas e OPT che hanno sostenuto un progetto ambizioso e impegnativo nell’ambito di un processo di “umanizzazione” delle cure e di razionalizzazione della spesa, come previsto dall’appropriatezza economica.

Secondo Danilo Di Trapani, direttore dell’Urologia “Questa neoplasia sta diventando endemica, dunque serve un monitoraggio continuo del paziente, interventi solo se si va verso un’evoluzione maligna e soprattutto un lavoro di squadra, che certamente il PDTA garantisce“. Oggi una terapia molto usata in luogo alla chirurgia è la radioterapia: “Può essere utile negli stadi iniziali della malattia prostatica e ha le stesse probabilità di successo terapeutico della chirurgia, sapere questo è molto importante per il paziente che spesso decide di scegliere un trattamento piuttosto che un altro – sottolinea Ivan Fazio, responsabile Radioterapia Casa di Cura Macchiarella – la possibilità di usare apparecchiature performanti ci permette di ridurre al minimo gli effetti collaterali, primi tra tutti quelli legati alla tossicità. Il radioterapista lavora in sinergia con urologo, anatomo-patologo, radiologo e oncologo, scegliendo trattamenti il più possibile mirati e non invasivi“. Insomma la nostra Regione segna un’inversione di tendenza e fa “concorrenza” al Nord per il trattamento di questo carcinoma grazie ad un meccanismo privilegiato e d’eccellenza come il PDTA.