Tremestieri ed il suo glorioso passato, ma la storia di Roccamotore va tutelata

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Tremestieri ed il suo glorioso passato, ma la storia di Roccamotore va tutelata

redme |
martedì 23 Ottobre 2018 - 07:30

Un passato glorioso, oggi declassato a resti quasi invisibili o a muraglioni che rischiano di cadere sulla testa dei passanti o sulle auto in transito. I retaggi della storia sono ancora visibili, ma in molti sembrano non accorgersene.
Tremestieri conserva tracce di un illustre passato, un territorio ricco di testimonianze che meriterebbero di essere ricordate e soprattutto valorizzate.
Uno dei monumenti quasi “sepolti” dal cemento è l’abbazia di Roccamadore, oggi Roccamotore, fondata dai Cistercensi che seguendo la regola di San Benedetto furono grandi bonificatori e agricoltori. Stiamo parlando del 1194. Il territorio dove sorse l’abbazia era quello di Tremestieri, la cui denominazione deriverebbe da “Tre monasteri”.
Dopo l’Unità d’Italia,  a seguito del decreto di soppressione degli Ordini religiosi, il monastero di Roccamadore fu venduto dal Demanio che demolì quasi tutto per realizzare sontuose ville che poi caddero al suolo in seguito al devastante terremoto del 1908.

Le terre furono poi acquistate dalle famiglie Stagno d’Alcontres, Puleo, Lella e Marino, ma l’opera di distruzione proseguì con la realizzazione della Statale 114 che di fatto separò le varie proprietà, quasi a dividerle l’una con l’altra. Nacquero importanti insediamenti abitativi ed una serie di condomini, alcuni dei quali conservano tracce del glorioso passato.

Ma la storia va conservata e protetta, così a privati e Soprintendenza spetta il compito di tutelare i beni, preservarli e conservarli più a lungo possibile. Per questo, dal nostro giornale lanciamo un appello per segnalare lo stato d’abbandono del cornicione all’altezza dei civici 172-174.

Alcuni blocchi, sollecitati dalle vibrazioni di un pesante cancello automatico in ferro, potrebbero staccarsi da un momento all’altro e cadere rovinosamente per terra.
Naturalmente è quello che non ci auguriamo, ma è nostro dovere segnalare il pericolo agli organi preposti affinché vengano presi provvedimenti.
Tonino Demana