Se la votazione "Salva – Messina" non sarà unanime, tra 48 ore De Luca farà valigie o offre 15 giorni per alternative. Russo Pd: "E i creditori?"

Redazione1

Se la votazione "Salva – Messina" non sarà unanime, tra 48 ore De Luca farà valigie o offre 15 giorni per alternative. Russo Pd: "E i creditori?"

lunedì 15 Ottobre 2018 - 18:31

“Anche a fronte della internalizzazione dei servizi manterrò le risorse umane perché la MessinaServizi ha bisogno di unità che puliscano il verde pubblico, i cimiteri e che operino per il Comune a tuttotondo. Cosa fare di più? Ribadisco che non mi farò ricattare né tantomeno minaccerò. Farò nomi e cognomi di chi continua a farmi pressioni ma il rispetto istituzionale deve essere al di sopra di tutto”. Il Primo Cittadino Cateno De Luca  cammina sui carboni ardenti oggi ed ormai da tre e mesi e mezzo nella sua volontà di perseguire un Piano di  Riequilibrio con i dovuti correttivi. Finalmente, si libererà entro stasera dal peso delle “dimissioni sì dimissioni no” “Lo stato di fatto delle cose è nella carte che dobbiamo sapere leggere e che non devono essere guidate da prese di posizione strumentalizzate. Io non sono il sindaco del dissesto. Non ho la certezza in tasca ma almeno proviamoci, avviamo questo percorso. Usciamo dal vincolo della deputazione e delle sigle sociali. Il default andava dichiarato cinque anni fa, non adesso. Qui c’è in gioco lo stravolgimento di un sistema marcio che va sostituito dalla dialettica. Se ci sarà una votazione debole, se non ci sarà l’unanimità io farò le valigie tra 48 ore. Le mie dimissioni saranno efficaci il 18 come l’assessorato mi indica. Non sono disponibile ad un parere risicato che farà saltare sempre gli equilibri in tutte le delibere da votare”.

“Rendetevi conto che il dissesto massacrerà la città. Per tanti anni non ci sarà la possibilità di espletare gare d’appalto, di realizzare opere pubbliche, di aumentare l’offerta di occupazione. La città di Alessandria ha attraversato un crack di tredici anni”.

“Cari sindacati, non impeditemi di dare seguito alla ridistribuzione di organico. È nel mio diritto, non voglio licenziare nessuno. Ma mi si riferisce che gli addetti di categoria A e B del Comune non vogliono essere dirottati alla mansione di pulizie. Bene, parlatene tra voi. Lo strumento della rideterminazione dei ruoli fa parte del salvataggio”.

Il Consigliere Pagano deve lasciare l’Aula per motivi di lavoro ma dichiara che il suo voto è favorevole al Salva Messina.

La consigliera Russo vuole conoscere le misure certe di questo Piano anche se chiede al Sindaco di non comportarsi come un liquidatore della città ma come un salvatore e ha presentato insieme a Felice Calabrò un emendamento. “Non distruggiamo le cooperative se no questi lavoratori dove andranno, verranno riassorbiti del Comune? Dobbiamo tutelare i diritti acquisiti delle persone che spesso sono dipendenti che passano da un appalto all’altro magari sfruttati. Allunghiamo il servizio ai lavoratori delle pulizie del Comune. Certamente il Salva – Messina non salterà per loro. Il mio cuore non batte per i creditori del Comune a cui lei vuole decurtare mediamente del 50% gli introiti. Io mi preoccupo di quei 18mila piccoli creditori che vogliono ripartire con la loro azienda. Deve fare la differenza tra i ricchissimi e la povera gente che non può permettersi il pagamento delle bollette”.

De Luca replica dicendo che “l’anima sociale della Russo ha dimenticato l’opportunità di investimenti che ci sarebbe con il Piano di rientro. Per quanto riguarda i creditori si sa che quelli piccoli dopo un certo periodo di tempo non saranno probabilmente neanche ricercati per le somme dovute. Ho i miei dubbi che qualunque Commissario si preoccupi dei piccoli imprenditori e che mostri questa sensibilità sociale”.

Il Capogruppo del M5S Argento ricorda che alcune cittadine siciliane hanno optato per il dissesto e che sono sopravvissute. “Il punto è – afferma il Sindaco – che questo sollecito non può appartenere a Messina che una Città Metropolitana e che si potrebbe paragonare a Roma con minor finanziamenti. Ma piuttosto che criticare a vuoto e in modo scollegato dal mondo si facciano proposte alternative. Vi darò 15 giorni per farne delle vostre. Non mi interessa la paternità di questo provvedimento. Sarò felice di averne dei nuovi che si dimostrino nelle sedi opportune. Non vi trincerate e non votate contro per principio perché il sindaco è De Luca. Il dissesto fa saltare il prestito Pon che la Regione fa e lo Stato fa. Ai 10 milioni bisogna arrivare dalle varie economie. Vogliamo sottrarre solo ai Servizi Sociali, ditemelo. Non vogliamo togliere i 100mila euro dei buoni pasto agli impiegati comunali, decidete. Sono disponibile. La coperta è questa. Da qualche parte si deve tirare”.

Il consigliere Calabrò chiede al sindaco di smorzare i toni e dichiara il suo intento a favore del Salva – Messina. “Non ha importanza che il sindaco sia De Luca -ironizza l’esponente del Pd -. Non dobbiamo andare incontro al fallimento e valutare misura per misura, capitolo per capitolo tutto quello che serve per salvare il territorio”. Calabro perora saggiamente la causa di un rinvio della seduta consiliare. Ma resta la questione dell’abbandono del mandato sindacale garantito e annunciato per mercoledì 18 ottobre.

Il Consigliere di Sicilia Futura Piero La Tona propone al Primo Cittadino di ritirare il Salva – Messina e le sue dimissioni. Chiede onestà intellettuale perché la fiducia si ottiene passo dopo passo. Questo voto non deve rappresentare una sottomissione a lei, un ricatto alla città o un mantenimento della poltrone.

Il consigliere Alessandro Russo dichiara che non possiamo far finta che il Piano pluriennale e migliore dell’altra scelta. Il dissesto fa perdere posti di lavoro e non dobbiamo perseguire ancora quella strada tracciata dagli altri. La politica ci impone delle responsabilità. Lei non avrà la maggioranza politica ma di responsabilità. Il Comune di Taranto sta vivendo il dissesto Bis. Non vogliamo questo. Ognuno di noi ha una sensibilità politica ed una scelta del genere non può prescindere da questo. Invito ad abbassare i toni e a pensare concretamente agli atti che votiamo. Certo che, se la votazione andrà male, lei dovrà rassegnare le dimissioni perché lei è il responsabile di questo provvedimento”.