MessinaServizi e il Piano Industriale al Pit stop del Cda, blocco investimenti per rinascita azienda. Personale in subbuglio

I problemi ai Piano Industriale diventano un’epidemia anche alla MessinaServizi Bene Comune. In questo contesto, la programmazione societaria è parcheggiata al “Pit Stop” del Consiglio di Amministrazione dal 31 agosto dopo che un tavolo tecnico predisposto dalla Direzione Generale aveva fatto il proprio dovere. Ad oggi, non risulta ancora esitata, situazione che di fatto blocca i possibili ed indifferibili investimenti di cui l’azienda ha assoluto bisogno per raggiungere gli obiettivi che si è prefissata e la definizione della pianta organica. Punto di partenza, inoltre per un percorso condiviso che apra la strada alla contrattazione di secondo livello.

Le Federazioni sindacali F.P. Cgil – Fit Cisl – Uiltrasporti e Fiadel di Messina denunciano la grave fase che si sta attraversando alla società di nettezza urbana, a seguito delle comunicazioni ricevute da parte del Direttore Generale nella riunione con le Organizzazioni sindacali che si è tenuta il 4 ottobre ed il successivo confronto convocato d’urgenza dal Cda il giorno 8 ottobre.

Il Direttore Generale in prima battuta ha comunicato che il C.d.A. su specifica richiesta del Collegio Sindacale ha disposto di provvedere all’interruzione della valorizzazione delle ferie maturate dai dipendenti ex Messinambiente in data antecedente il transito alla nuova società. Fatto questo, continuano i sindacalisti, di una gravità inaudita perché mette in discussione tutto un percorso pregresso fatto di accordi sindacali condivisi, normative di legge ( indennizzo sostitutivo ) e soprattutto mette le mani in tasca ai lavoratori. La situazione – secondo i sindacati – è apparsa ancora più preoccupante nella successiva riunione tenutasi con il Cda , ove di fatto si è confermata la situazione di stallo in cui è imprigionata l’azienda ed anche un clima di evidente criticità determinatosi inspiegabilmente nelle ultime settimane tra Cda e Direzione Generale che di certo non giova in questo delicato processo aziendale.

Si registra che, rispetto alle dichiarazioni rese dal Presidente del C.d.A. nell’incontro del 14 settembre, non ci sia alcuna uniformità. Gli argomenti condivisi in quella sede erano la non privatizzazione ma l’impegno a valorizzare l’azienda pubblica e costruire un percorso condiviso per migliorare i servizi offerti alla città e rendere il lavoro ancora più produttivo. Gli accadimenti  interni  all’azienda nelle ultime settimane e i programmi  inseriti per ultimo anche nel documento “Salva Messina” remano esattamente nella direzione opposta di un accelerazione verso la privatizzazione del servizio a cui questi sindacati continueranno a opporsi .

Si evidenzia il ritardo nella definizione della pianta organica e di un organigramma transitorio che avrebbe dovuto mettere tutti i lavoratori nelle condizioni serene e chiare di lavoro. Oggi nessuno sa a chi fare riferimento. Ci sono lavoratori che stralavorano (avendo mantenuto compiti e responsabilità pregresse, anche se non ufficializzate) e altri ancora in attesa di incarico da otto mesi. Una sorta di limbo, temiamo voluto,  che rischia di far implodere l’azienda .

Per tutti questi motivi, che trovano la contrarietà delle Organizzazioni sindacali si comunica che saranno aperte le procedure di raffreddamento e conciliazione previste dalla legge n° 146 del 12/06/1990 preludio ad azioni di mobilitazione che i lavoratori della Messina Servizi Bene Comune metteranno in essere unitamente alle Federazioni sindacali.

Redazione1

Published by
Redazione1