Dopo lo scaricabarile di Toninelli che non assorbe licenziati, Liberty Lines fa spallucce. Ma quando si sosterrà “mattanza”?

Redazione1

Dopo lo scaricabarile di Toninelli che non assorbe licenziati, Liberty Lines fa spallucce. Ma quando si sosterrà “mattanza”?

martedì 02 Ottobre 2018 - 18:34

Anelare ad un nuovo bando di affidamento per lasciare in forza 72 maestranze della navigazione veloce è assolutamente legittimo ma credere in un assorbimento repentino di personale quando allo scadere dell’appalto, il 30 settembre, nessuno di chi comanda della Liberty Lines si è fatto vivo, è praticamente illusorio. Apprezzabile per esempio l’appello lanciato nei giorni scorsi dalla Federazione provinciale dell’Ugl Messina per strappare un’assicurazione del mantenimento del posto di lavoro, oltre alla continuità di collegamento per i passeggeri dello Stretto. Malgrado lo slogan «Non crolli il ponte della mobilità dello Stretto» del sindacato, la riduzione di mezzi è scattata senza pentimenti del Governo centrale e la tragicità del momento forse non viene ancora compresa.

“Le procedure di licenziamento sono in atto e potrebbero durare anche diversi mesi – fa notare il Segretario dell’Ugl – Mare e Porti Giacomo Nicocia -. Nessun avviso o lettera sono stati inoltrati ai dipendenti che restano in bilico per chissà quanto tempo e non possono assuefarsi ad una modalità così imperativa di cessione dell’attività sulla piattaforma di Messina che si connetteva a Reggio Calabria con due catamarani e un mezzo di riserva. D’altro canto, la compagnia dello Stato non può permettersi di assumere, come ha dichiarato il Ministro delle Infrastrutture. Si dovrà pescare in questi mesi tra gli impiegati più giovani, con minore esperienza, realizzare una cernita secondo i criteri di legge. Tutto questo perché la Liberty non trova più produttivo disporre i suoi affari su Messina e la Bluferries deve stipendiare il proprio organico. E scavando bene nella dinamica d’azione degli imprenditori, le vittime sacrificali non risultano solo i lavoratori. Si può dedurre anche qualche altro aspetto che potrebbe ricadere sui consumatori del marittimo”.

Pare che l’apporto di un natante monocarena noleggiato dalla società Tarnav che quest’estate ha prestato “il suo motore” e le sue corse sulla rotta delle Isole Eolie non possa essere sufficiente e soprattutto adeguato per chi usufruisce del collegamento. Pare che la Bluferries abbia rimediato solo provvisoriamente per il prezioso viavai di imbarcazioni sullo Stretto.

Non si può accettare dunque un servizio di trasporto veloce “peggiorativo”, valutato così anche dall’Ugl che aveva chiesto misure che non penalizzassero l’occupazione per il personale interessato. Invece la “Liberty Lines” ha addirittura fatto spallucce e ha saputo avviare con puntualità il confronto propedeutico a spedire a casa 72 lavoratori. Solamente ieri, si è svolta la riunione a Milazzo con i vertici societari e le sigle sociali.

Sulla scorta di quanto si sia generato, si reclama al Ministero competente, al Governo romano e a tutte le istituzioni coinvolte l’assunzione di un impegno a tutela dei lavoratori coinvolti in questa amara vicenda.

Tutto questo accade in un periodo certamente inatteso e per questo ancor più intollerabile.