Politica sgomberi senza alternative, castiga diritto dell’abitare e dignità. Circolare Viminale spinge allo sciopero di ottobre

Redazione1

Politica sgomberi senza alternative, castiga diritto dell’abitare e dignità. Circolare Viminale spinge allo sciopero di ottobre

mercoledì 05 Settembre 2018 - 16:35

Un fulmine a ciel sereno è stato la circolare del Viminale che rivisita la gestione della crisi abitativa e la stima da applicare alle casette e ai suoi domiciliati. Il documento dello scorso primo settembre tira in ballo i servizi sociali, che sono da decenni sotto organico e non hanno mezzi e sostanze per trovare una sistemazione a chi viene sgomberato. Nelle varie circolari quando ci si riferisce all’illegalità, non si fa menzione al problema degli alloggi popolari abitati illegalmente, non da chi occupa per disperazione, ma da chi non ha più i requisiti per viverci, dimore occupate da quanti hanno altre case, quindi non bisognosi di un alloggio a basso costo. Di questo genere di illegalità sottaciuta e tollerata non si parla, si additano invece i disperati costretti all’occupazione come alternativa alle baracche o alla strada. A seguito anche del benestare della realizzazione dell’Agenzia per il Risanamento, ricevuto ieri sera o meglio stanotte dal Consiglio comunale, il Fronte Popolare Autorganizzato – SI Cobas Messina invita il 26 e 27 ottobre allo Sciopero Generale e Manifestazione Nazionale a Roma. Ci vediamo in piazza! La dignità è nella lotta!

Con questa circolare si sollecitano Prefetti e Questori ad una celere ricognizione sulle occupazioni di immobili da avviare con massima rapidità ai fini dello sgombero. Si punta all’esame della situazione reddituale di chi occupa e della sua regolarità di accesso e permanenza sul territorio nazionale. Il tutto per preservare e tutelare l’ordine pubblico. Leggendo attentamente la suddetta circolare, emerge un dato che sembra essere il cardine su cui ruota l’intera faccenda, in un passaggio vengono ad essere chiariti alcuni aspetti che stanno particolarmente a cuore al Ministero;

“Accanto alle iniziative specificamente orientate alla prevenzione, appare essenziale, per migliorare l’efficacia dell’azione di contrasto del fenomeno, fornire ulteriori precisazioni ai fini dell’esecuzione degli sgomberi, anche in virtù di alcune recenti sentenze del Giudice civile che rendono sempre più pressante il problema dello sgombero delle occupazioni più risalenti nel tempo. Al riguardo, si sta infatti consolidando un orientamento giurisprudenziale volto a condannare il Ministero dell’Interno a risarcimenti molto gravosi, sulla base di una asserita inerzia che avrebbe determinato una illegittima compromissione dei diritti fondamentali di proprietà e dell’iniziativa economica”.

Ecco dunque il vero nocciolo del problema, la difesa sine die della proprietà privata, che da Salvini viene definita “sacra”, a discapito del diritto all’abitare e della dignità umana.

Crediamo che questa circolare abbia tutti i caratteri di una difesa della proprietà privata, non in quanto principio in sé, ma come bene economicamente fruttuoso appartenente a specifici soggetti ai quali il Governo non può negare l’aiuto.

Capiamo bene, quindi, che il “Governo del cambiamento” continui a passo claudicante, ad inciampare sugli stessi legacci di sempre, i potentati economico-finanziari, in barba alle reali esigenze della popolazione. Provvedimenti come questi sono fumo negli occhi per confondere e distogliere l’attenzione dal problema reale, in nome della “legalità a tutti i costi” o del tanto caro “ordine pubblico”, il Ministero svia l’attenzione dal fatto che le persone che occupano lo fanno perché non hanno altra scelta, chi occupa è costretto a farlo in quanto non ha alternativa, perché non esiste!

Questo atto ufficializza, in maniera incontrovertibile, quali interessi questo governo miri a salvaguardare e quali istituzioni esso difenda.

Il diritto all’abitare in maniera dignitosa dovrebbe venire sempre prima di qualsiasi altro interesse e iniziativa economica!

Pertanto, o si affronta la questione abitativa con serietà, tenendo conto dei reali bisogni della popolazione, costruendo soluzioni dignitose, oppure ce le costruiamo da noi col conflitto, disconoscendo ogni tipo di potere precostituito.