Castroreale – Milazzo Jazz Festival. Bombino ci regala il richiamo d'Africa

Dopo lo straordinario successo del concerto d’inaugurazione della diciottesima edizione del Castroreale/Milazzo Jazz festival dove uno strepitoso Gege Telesforo ha infiammato la platea di Piazza Pertini al quale ha fatto eco la  scoppiettante esibizione del Trio Bobo avuta luogo sabato scorso,  che ha stregato la platea con l’ironia e la bravura di musicisti del calibro di Faso, Christian Meyer e Alessio Meconi, stasera  la kermesse si sposta nell’incantevole cornice  del Castello di Milazzo. Sul palco  Bombino, (Oumara Moctar) il tuareg del Niger, che canta – in lingua berbera, il tamasheq- il deserto sabbioso, l’identità e il viaggio, e che suonando come Jimi Hendrix, è diventato uno degli afro “guitar hero” più ascoltati in occidente.
A Milazzo presenta il suo ultimo lavoro Deran, il suo sesto album, carico di nostalgie, di significati politici e sociali. E non poteva essere diversamente. Bombino, nasce ad Agadez in Niger. La città costituisce l’avamposto più settentrionale, sulla quale i migranti africani, che sognano di arrivare in Europa, convergono prima di attraversare la distesa libica del Sahara. Oumara Moctar sa cos’ è il viaggio, cos’è la migrazione, cos’è la guerra, quella che ha dilaniato il suo paese e che ha fatto di lui un rifugiato. Ma la passione per la musica, unita al legame forte con le sue radici fanno, oggi, di lui un musicista universalmente apprezzato che, recentemente, il New York Times ha definito “uno dei più grandi chitarristi blues viventi”.
La magia  della musica è dunque pronta a regalare una serata densa di strepitose emozioni.

Maria Antonella Saia

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