Ex Province, perdita di centinaia di milioni mentre Musumeci tergiversa con l’Unione Europea

Redazione1

Ex Province, perdita di centinaia di milioni mentre Musumeci tergiversa con l’Unione Europea

martedì 24 Luglio 2018 - 16:56

Solo per il 2018 a Messina si perdono circa 40 milioni di euro. La bellezza di 36 milioni (e molti altri ne arriveranno) è quantificata fino ad oggi a causa dell’impossibilità per la Città Metropolitana di Messina di predisporre il Bilancio di previsione 2018/2020. Questa battuta d’arresto sacrifica opere di particolari ambiti come strade e scuole che attendevano da tempo un salto di qualità nella direzione dell’innovazione e dell’efficienza e di interventi infrastrutturali che ricadrebbero nell’indotto del turismo, del commercio e dell’artigianato. Tutte fasi che gli uffici hanno progettato con competenza ed abnegazione e che potrebbero imprimere una svolta all’economia ed al territorio.

A presagire la situazione già due anni fa il CSA che sentenziò come la mancata attuazione della riforma degli enti di area vasta in Sicilia e la loro condizione economica avrebbero messo a repentaglio buona parte delle risorse del Masterplan ed altri ingenti risorse in pochi accolsero l’appello.

Anzi un anno dopo, qualcuno (l’allora assessore allo sviluppo economico del Comune Signorino) si affrettò a minimizzare precisando che solo una parte delle risorse si sarebbero perse, quasi che il nostro territorio si possa permettere di perdere anche solo un centesimo dei fondi disponibili.

Ad esemplificare la situazione basti l’esempio delle risorse, 1.875.000,00 euro, destinati, con progetti già cantierabili, alla riqualificazione e messa in sicurezza della Panoramica dello Stretto, che sono stati trasferiti dal Ministero Infrastrutture e Trasporti e che l’ente non può neanche accertare in entrata per la mancanza del bilancio.

Condizione pressoché analoga per gli oltre 13 milioni del Masterplan/Patto per la Città Metropolitana di Messina e per i 10 milioni destinati all’edilizia scolastica (che dovrebbero essere utilizzati per la costruzione dell’Istituto Polivalente di Santa Teresa Riva, e per interventi in altre scuole di Messina e Barcellona).

A fronte di tali ineluttabili evidenze riscontriamo solo le prese di posizione del Sindaco De Luca, che ci risulta stia cercando di fare fronte comune con le altre realtà, le dichiarazione dell’Assessore Grasso, che ha maturato la consapevolezza di dover intervenire con stanziamenti sufficienti dei quali però ad oggi non si hanno certezze, e le iniziative di ANCI Sicilia.

Registriamo invece la totale indifferenza della politica Siciliana e Nazionale che non è stata fino ad oggi in grado di comprendere il ruolo che gli enti di area vasta (si chiamino Province, Città Metropolitane o Liberi Consorzi) possono avere per lo sviluppo del territorio e che, nello specifico, dalle Città Metropolitane passano imperdibili opportunità. Facciamo quindi appello a tutti i soggetti coinvolti affinchè mettano nell’immediato gli enti nelle condizioni di approvare i bilanci di previsione attraverso, nello specifico, due interventi urgenti: – Un assestamento del bilancio regionale che stanzi risorse sufficienti; La possibilità di approvazione del bilancio per il solo 2018; L’eliminazione del c.d. “Prelievo forzoso” che, solo per Messina, si è ormai assestato sui 25 milioni di euro annui.

Con riferimento alla Sentenza della Consulta ed alle dichiarazione di Musumeci ci sia consentito di richiamare integralmente il documento di ottobre 2017 invitando il Governatore a pensare a mettere in sicurezza gli enti prima ancora di ricorrere all’Unione Europea per l’elezione degli organi a suffragio universale diretto: il programma di Musumeci, oltre al sistema elettorale, prevedeva il rilancio delle Province e su questo non si può più perdere tempo! Senza risorse né un Sindaco metropolitano eletto a suffragio universale né uno eletto con elezioni di secondo livello potrebbe garantire l’accesso ai finanziamenti e la realizzazione dei progetti.

Un’ultima considerazione per il personale che, in un clima di incertezza e limitatezza delle risorse (già si prospettano i primi ritardi per alcuni emolumenti) continua ad operarsi per portare avanti le attività e le competenze.