Atm, Signorino su "blitz" De Luca: "Non è vero che non abbiamo attivato servizio scuolabus"

Paolo Mustica

Atm, Signorino su "blitz" De Luca: "Non è vero che non abbiamo attivato servizio scuolabus"

martedì 24 Luglio 2018 - 13:30

Continua a far discutere la vicenda dei venti scuolabus inutilizzati rinvenuti dal sindaco Cateno De Luca a seguito del suo “blitz” che ha avuto luogo stamani proprio all’Atm. In sostanza, l’attuale primo cittadino ha gridato allo scandalo, accusando implicitamente la vecchia amministrazione Accorinti di non aver erogato un servizio di cui a farsene carico sono state invece le famiglie direttamente interessate: “Venti scuolabus fermi da cinque anni. Vergogna! Le famiglie nei villaggi dove sono state chiuse le scuole hanno dovuto fare miracoli per portare i loro bambini a scuola”, ha affermato De Luca.

Immediate le risposte delle parti interessate, come quella della Uiltrasporti intervenuta con una nota chiarificatrice volta a spiegare che in sostanza tale servizio non risulta essere convenzionato dallo Stato o dalla Regione in quanto non considerato di interesse per la collettività. A ciò si aggiunge adesso l’intervento di Guido Signorino, ex assessore della giunta Accorinti che per sommi capi si ritrova a dover confermare quanto detto dal sindacato dei trasporti. In sostanza, De Luca avrebbe raccontato il falso o soltanto parzialmente il vero, considerato che la legge definisce quello associato agli scuolabus come un servizio “a domanda individuale”. Conseguentemente, le relative spese di gestione sarebbero a carico del Comune, il quale – per via della sua condizione di predissesto – sarebbe stato obbligato dalle norme di legge a traslare parte dei costi a carico delle famiglie interessate: “Non risponde al vero che il servizio scuolabus non sia stato attivato dalla precedente amministrazione, – spiega Signorino – dato che è stato attivato nell’anno 2014-15. La difficoltà di gestione è consistita nel fatto che il Comune di Messina è notoriamente in procedura di riequilibrio finanziario. Purtroppo la legge definisce lo scuolabus un servizio non essenziale, ma “a domanda individuale”; lo stesso vale per altri importantissimi e sensibili servizi ai cittadini, come a esempio gli asili nido, i servizi sociali non obbligatori, le mense scolastiche. Non rientrando nel trasporto pubblico locale, lo scuolabus non riceve contributi né dallo Stato né dalla Regione e si regge soltanto sulle spalle del Comune e delle famiglie che lo utilizzano. La condizione di predissesto del Comune di Messina comporta l’obbligo di recuperare dalle famiglie un importo minimo del 36% del costo del servizio. In carico al Comune rimane perciò una quota pari al 64% del costo complessivo del servizio.

La difficoltà al recupero delle contribuzioni sui servizi a domanda individuale da parte delle utenze ha determinato una sanzione a carico del Comune pari a circa 2,5 milioni di Euro e, per conseguenza, la necessità di ridurre l’erogazione di questi servizi. Nel 2017 l’Ente ha potuto dimostrare il recupero di copertura del 36% per i servizi a domanda individuale in atto gestiti, evitando la sanzione e determinando le condizioni per il riavvio del servizio scuolabus, se sostenibile”.

Dal ragionamento dell’ex assessore si evince che conseguentemente l’attività in questione non possa essere attivata tramite contratto di servizio, proprio perché non rientra tra i “servizi essenziali di legge” così come invece accade nel caso dell’ordinario servizio di trasporto pubblico: “Nemmeno è corretto affermare che il contratto di servizio preveda la possibilità di attivare lo scuolabus. Il contratto, infatti, norma l’erogazione del servizio essenziale di legge (il trasporto pubblico locale) e considera la possibilità di attivare ‘servizi aggiuntivi’, ossia servizi differenti (come è il servizio ‘a domanda individuale’ dello scuolabus)”.

E poi giunge l’affondo finale nei confronti di De Luca, interessato questo a sospendere il servizio tranviario: “È comunque curioso che a prodursi in blitz “a effetto” per un servizio a domanda individuale sia chi dichiara di voler ridurre e depotenziare il servizio essenziale del trasporto pubblico locale riducendo il personale, programmando e annunciando la sospensione di una componente strutturale che ha milioni di passeggeri (il tram), puntando forse alla privatizzazione del servizio pubblico. Per tutelare l’intero servizio di trasporto (inclusivo sia della componente essenziale per legge che di quelle considerate dalla stessa legge “aggiuntive” o “a domanda individuale”) il Sindaco ha una strada spianata: appoggiarsi al recupero di contribuzione già effettuato dall’amministrazione Accorinti e proseguire nella via del rifinanziamento ai servizi, possibile con il percorso prefigurato per il riequilibrio finanziario ventennale del Comune”.