Mense Scolastiche, Trimarchi: “Pure gli esenti verseranno quota. Delibera ricalibrata sul reddito e in Giunta prossima settimana”

“Il servizio di refezione scolastica va pagato. Se tu ne vuoi usufruire, lo devi pagare anche se presenti per legge un certificato Isee. Tutti pagheranno un minimo standard uniformando la cifra che spetta al Comune. Non posso consentire a chi possiede un reddito normalissimo di essere esente. Con la mia modifica alla delibera elaborata nel 2017 dal dirigente De Francesco si pagherà di meno per chi pagava tanto negli scorsi anni e si verserà un contributo per chi non lo versava affatto. L’attività didattica si sospende a pranzo e riprende ad una certa ora. Chi non si adegua ai prezzi può sempre portare il proprio figlio al ristorante in pausa pasto”. L’assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura, Enzo Trimarchi non le manda a dire rispetto a chi vuole scavalcare o fare slalom sui contributi per un servizio che viene erogato e che sarà attivo dal primo giorno utile di settembre, in cui la campanella suonerà. Al momento, il dirigente De Francesco è in ferie ma dovrà convalidare la variazione del titolare del ramo Trimarchi per poi farla arrivare in Giunta per la prossima settimana.

“Come per il consumo dell’acqua che si paga anche per chi ha ottenuto l’esenzione – aggiunge il rappresentante della Squadra De Luca – così deve essere per la refezione all’interno degli istituti scolastici. Le fasce di reddito sono state rivisitate quindi anche il pagamento del servizio, perciò dobbiamo applicare i conteggi perché siamo obbligati a rientrare del 36%”. In soldoni, la forbice di spesa va dai 50 centesimi ai 3 euro e 50 centesimi. Il 36% viene imposto dallo Stato secondo se viene offerto un servizio pubblico all’utenza si deve dimostrare una copertura finanziaria pari a questa percentuale che deve essere garantita dai cittadini. Sarà la somma dei versamenti eseguiti dalle famiglie a garantirla e a soddisfare la richiesta complessiva.

“Noi non dobbiamo perseguitare il ceto medio ma dobbiamo assicurare il servizio per tutti – sancisce Trimarchi –. Il servizio viene pagato a blocchetti di buoni pasti ed è accessibile a tutti calcolando una ventina al mese. E’ chiaro che verrà più comodo sborsare la cifra, magari raggruppando più mesi anche per risparmiarsi più bonifici al Comune di residenza, in questo caso Messina”.

Redazione1

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