Picciolo zittisce teoria di sua “colleganza” per ballottaggio: “Sarebbe suicidio assistito e vanificare lo splendido 25% delle liste”

Redazione1

Picciolo zittisce teoria di sua “colleganza” per ballottaggio: “Sarebbe suicidio assistito e vanificare lo splendido 25% delle liste”

sabato 16 Giugno 2018 - 16:56

Apparentamenti o non apparentamenti, nessuno degli schieramenti di Centrosinistra sembra scavalcare la staccionata del tradimento, né con intese pubbliche né “sottobanco”, in favore di una moltiplicazione dei propri seggi in Consiglio Comunale. Ed è basilare interpellare in queste ore le liste e i loro leader che resterebbero con carta bianca rispetto ad una alleanza con quelli che sono stati gli antagonisti Placido Bramanti e Cateno De Luca fino all’esame del 10 giugno. Fatidica anche la riunione che si sta per approntare e sviluppare dalle 17 di oggi, nel comitato elettorale del Pd di piazza Cairoli, dove già il Segretario Provinciale del Pd Paolo STARVAGGI ha fatto sapere di voler rifiutare patti con uno degli sfidanti del 24 giugno e segnala di aver sentito, fino a questa mattina, anche il parlamentare Pietro NAVARRA che non metterà in gioco la lista LiberaME per un “matrimonio di convenienza”. Ma ecco il nodo Pdr – Sicilia Futura, un movimento fondato tra gli altri dall’ex componente della Commissione Sanità Beppe PICCIOLO, già consigliere dell’Assemblea Regionale Siciliana.

“Chi c’era in conferenza stampa seduto accanto a Saitta? – si interroga retoricamente l’ex deputato Beppe Picciolo -. Mi risultano Interdonato e De Domenico. Sarebbe da folli far nascere dubbi, questioni di separazione, accendere motivi di attriti in questo momento storico visto che abbiamo portato uno splendido bottino di voti di liste pari al 25%, quando tutti ci davano per morti. Entrare in una mischia con una candidatura di Centrodestra che esteriormente mostra un trend negativo quello di Bramanti o anche di un De Luca che potrebbe andare per la maggiore statisticamente metterebbe in discussione il nostro 25% ed equivale ad un suicidio assistito. Molto meglio tenersi neutri e lasciare liberi gli elettori”. L’ex capogruppo all’Ars di Sicilia Futura dunque si comporterebbe alla stessa stregua dell’ex candidato a sindaco Antonio Saitta (che ha affermato di non poter vincolare il suo elettorato a opzioni alternative) e non cederebbe dunque all’attrattiva del raggiungimento di 19 esponenti che non svolgerebbero più il ruolo di opposizione.

“E’ vero che se vincesse Bramanti avremmo solo due consiglieri rappresentanti in Aula e con De Luca ne avremmo quattro – riconosce Picciolo – ma esiste una coerenza politica che non va buttata alle ortiche men che meno nella spazzatura. Noi ci rimettiamo alla conferenza stampa di Saitta. E’ chiaro che in democrazia ognuno sceglie quello che vuole ed io non posso imporre ai cittadini cosa fare all’interno delle urne. E’ palese che non ci sia un motivo politico che ci colleghi e ci unisca né per indicare o l’uno o l’altro candidato per il ballottaggio. Sarebbe vanificare un notevole esito di coalizione e di Sicilia Futura tra la miriade di difficoltà con mille candidati che abbiamo riscontrato in campagna elettorale. Non è che non ci interessa il numero dei consiglieri che lottino per noi nel Civico Consesso, non vogliamo liquidare o distorcere la nostra immagine, acquisita attraverso un gruppo che ha effettuato dei passaggi con compattezza e che non vuole una sovraesposizione politica in senso avverso, controproducente per la crescita”.

-Ma chi vincerà questa competizione a due secondo Picciolo: ci si convertirà al populismo o ci si incollerà allo zoccolo duro dei Genovese? C’è ancora una settimana di campagna elettorale – aggiunge il leader di Sicilia Futura -. Ci possono essere dei colpi di scena finali che possono determinare delle variazioni però ovviamente il risultato è in funzione delle sensazioni della comunità. Comunque vada le coalizioni più grosse tendono a perdere consenso rispetto alle più piccole perché ci sono dialettiche interne in generale. L’abbiamo visto al primo turno in cui non c’è stata una coesione di risultato tra le fazioni più consistenti e i candidati. La verità è che la gente si è abituata molto ad esercitare il voto disgiunto. Oggi che manca l’effetto trascinamento delle liste si tratta di un voto libero quindi non c’è più il condizionamento del singolo candidato al Consiglio o al Quartiere che ti potrebbe bloccare su una posizione o sull’altra. E’ come un referendum, uno contro l’altro”.

-Non si potrebbe pensare in grande, ad esempio all’influenza del potere del Governo Musumeci, al potere Genovese?

Finito l’effetto trascinamento delle preferenze è una partita aperta e liberissima. POSTO CHE CI SIA UN EFFETTO GENOVESE, perché credo che l’onorevole Genovese si sia molto defilato in questa campagna elettorale dal punto di vista politico ma ormai abbiamo di fronte due persone che hanno prevalso per loro meriti al primo turno e adesso si confrontano sui programmi, sui temi. Sarebbe giusto parlare adesso delle tematiche importanti della città piuttosto che dei personaggi. Noi faremo una sincera ed onesta opposizione a Palazzo Zanca chiunque vinca, proprio per portare a casa il massimo risultato e garantire alla popolazione l’impegno nostro e della Coalizione. Non possiamo dimenticarci che abbiamo presentato un programma politico valido. Con la vittoria di De Luca potremmo portare avanti i nostri punti con la maggioranza2.

-Ha avuto contatti con il deputato Navarra?

Assolutamente allineato su questa posizione. E’ una scelta di coalizione. A volte, se delle riflessioni aperte possono essere fatte all’interno delle forze partitiche vengono lette esternamene come scelte, invece sono solo valutazioni. Se finisse il dialogo, morirebbe la dialettica. La campagna elettorale ci ha condotto molto lontani sia da De Luca che da Bramanti, questo in particolare non è stato mai attaccato. Riuscire a ricucire un rapporto che potrebbe essere di carattere tecnico solo in Aula è difficile. Impegnare dei simboli accanto a Bramanti o a De Luca è una scelta politica, si sarebbe dovuta ponderare molto meglio, molto di più. Bramanti è un mio caro amico, è un uomo che io ammiro molto a livello professionalmente e personale sia lui che la sua famiglia, è un medico. C’è un rapporto che non riguarda la politica, una stima reciproca. Ho molto stima di De Luca, dai tempi del deputato De Luca, per la sua capacità tecnica. Lo definirei ‘genio e sregolatezza’, è una persona che ha una genialità, grande conoscenza della macchina amministrativa. Non è inquadrabile in una sua categoria politica che probabilmente è la sua forza, lo fa apparire fuori dagli schemi della politica. In realtà poi, non è fuori da questi schemi perché è figlio della politica, capace di parlare alla pancia dei cittadini”.

– Esiste un accordo per l’accorpamento tra Irccs e Papardo? 

“Mi sembra una panzana che provocherebbe un massacro per la città sotto il profilo delle strutture complesse e dei risvolti occupazionali ed è una cosa che converrebbe solo a Catania e a Palermo perché liberebbe risorse che abbiamo trasferito faticosamente a Messina facendo il Polo Irccs – Piemonte con l’autonomia del Papardo. Il disegno di legge c’è ma quello che conta sono i bilanci, le riforme sanitarie. Oggi hanno un doppio controllo il Ministero della Salute e il Mef quindi non si può scrivere a livello regionale qualcosa e pensare che questo divenga realtà approvata da Roma. L’approvazione avviene solo con una concertazione tra Regione e i due ministeri. Una rete ospedaliera che ha passato questo vaglio e viene cambiata in peggio non può andare a smantellare il Papardo e non credo interessi a Genovese junior in prima persona”.