Acr Messina, ok di Modica a tempo determinato: "Attendo garanzie tecniche"

Antonio Macauda

Acr Messina, ok di Modica a tempo determinato: "Attendo garanzie tecniche"

mercoledì 06 Giugno 2018 - 17:30

Dalla sala stampa dello stadio Celeste è uscita fuori la classica montagna che ha partorito il topolino. Chi si aspettava una decisione definitiva sulla permanenza di Giacomo Modica alla guida del Messina è rimasto deluso, quello del tecnico palermitano è un sì a tempo determinato, la cui scadenza è stata fissata nella giornata di lunedì. Modica ammette di aver avuto offerte provenienti dalla Serie C, questo a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto sulla panchina giallorossa: “Così com’è tifoso il presidente, lo sono stato anche io. Qui sono stato capitano in B tanti anni fa, alla città di Messina ed alla squadra mi lega un rapporto di grande stima. Con il presidente abbiamo smussato tante situazioni, ma probabilmente non basta. C’è la voglia di portare avanti il discorso, ma non voglio forzare ora le cose, c’è un ripescaggio da vedere. Però c’è un lavoro da fare più velocemente possibile, sono contento di come voglia strutturare la società, ma sulle mie problematiche di squadra non siamo molto vicini. Ci vuole lo zoccolo duro dall’anno scorso, è fondamentale recuperare elementi importanti. Io devo lavorare sotto il profilo tecnico e tattico per combattere nel campionato di Serie D o eventualmente in C se ci fosse il ripescaggio. Se tutto arriva in maniera veloce io sono dentro. Non sono Mourinho nè Van Gaal, sono Modica. Ho avuto delle richieste e le ho fatte cadere, ma vivo di questo, è il mio lavoro. Altrimenti mi girerò intorno e andrò altrove, dovendo dare delle risposte. L’offerta dalla C che avevo era molto vantaggiosa, ve lo assicuro”.

E’ evidente, dunque, che Modica cerchi garanzie sotto il profilo tecnico: “Il presidente sta lavorando sotto l’aspetto societario, ora ho bisogno di avere quelle certezze sotto il profilo tecnico che sono fondamentali. Il problema è il tempo, le vorrei avere nel breve tempo, perché devo capire se far parte di questa famiglia o no, non mi sembra di chiedere la luna”. Dall’altra parte c’è lui, Pietro Sciotto, protagonista in queste ore dell’eventuale ingresso in società dei componenti del Città di Messina con cui c’è già stato più che ammiccamento. Sciotto sulla stagione finita un mese fa spiega:  “Abbiamo condiviso un percorso importante e il nostro obiettivo è di andare meglio dell’anno scorso e di portare il Messina dove vogliono i tifosi, la stampa e la città. Ho preso il Messina dalle ceneri, senza che avesse giocatori nè un pallone. Siamo arrivati al sesto posto e ora possiamo presentare la domanda di ripescaggio grazie al sottoscritto che ha preso la squadra quando nessuno l’ha voluta. Faremo quindi di tutto per arrivare in C. Non rinfacciatemi quando ho parlato della Serie B da raggiungere in pochi anni, lì ho parlato da presidente. Tutto è andato male inizialmente, purtroppo ho avuto dei collaboratori sbagliati ed è questa la mia colpa. Ho buttato 645.000 euro, l’ho fatto per tanto amore. Essere criticato ci sta, ma non ci sto ad essere offeso ed umiliato. Nessuno mi obbliga a fare il presidente del Messina. Sono una persona sensibile e nessuno è in dovere di offendermi. Merito rispetto, mi andava detto grazie per quello che ho fatto”.

Circa la querelle sui mancati pagamenti Sciotto precisa: “Non ho mai chiesto i convocati o la formazione della squadra, ho fiducia illimitata in Giacomo Modica. Sono zemaniano, stravedo per lui, non ho mai avuto dubbi e finalmente siamo riusciti a concretizzare ciò che pensavamo e andiamo avanti. Nonostante le sconfitte e i 3 punti in 10 partite ho sempre pagato i giocatori con gli accordi al 20 del mese successivo. Il 20 aprile ho pagato il 23, mentre il mese ancora prima l’ho fatto il 18. Abbiamo fatto una cavalcata importante con Modica, eravamo noni in classifica e non ero contento perché rischiavamo di bruciare tutto, il quinto posto era perso ma in quel modo non arrivavamo nemmeno al sesto posto. Ho detto ai giocatori se vincete a San Cataldo il martedì provvedo a pagare tutto, altrimenti la società prenderà dei grossi provvedimenti perché non accetto di non finire nemmeno al sesto posto. Sono andato via tranquillamente dal campo ed una volta arrivato a Giammoro ho saputo che i giocatori non si allenavano. Questi sono i fatti, le altre cose sono inventate. Non lo meritavo”.

Intanto la società incassa la volontà di Rosafio di non proseguire la sua avventura in riva allo Stretto: “Vogliamo ripartire da quest’ossatura di squadra. A Rosafio ho detto che se dovesse andare via non ripeterà questo campionato fatto con Modica come allenatore. Tutti erano disponibili a restare, ma in Serie D solo dal 1° luglio è possibile firmare i contratti. Qualche tempo fa, poi, Marco mi ha detto che a 24 anni e con richieste dalla Serie C, in squadre che potrebbero lottare per la promozione o i playoff, e potrebbe avere dei rimorsi a non accettare. Da padre e non da presidente dico che se lui ha la possibilità è giusto che vada in C. Stiamo programmando una grossa società”.