Di Maio a Messina da Ministro: “Rifonderemo Centri per impiego. Daspo a politici corrotti. Bramini imprenditore fallito è mio consulente”

Redazione1

Di Maio a Messina da Ministro: “Rifonderemo Centri per impiego. Daspo a politici corrotti. Bramini imprenditore fallito è mio consulente”

lunedì 04 Giugno 2018 - 01:18

“Rimproveratemi qualora dovessi ritornare in questa piazza a dirvi che l’occupazione va bene perché gli indici sono buoni. Sarò contento dell’occupazione solo quando ognuno di voi potrà ammettere guardandosi allo specchio mio figlio ha trovato lavoro, mio nonno ha una pensione più dignitosa, mio padre non ha più tre collaborazioni ma una sola con cui guadagna adeguatamente. Ci sono voluti 85 giorni per fare questo governo ma l’abbiamo fatto bene: innanzitutto non ci sono né condannati né inquisiti e questa è una unicità dal 1994. E poi mentre noi portavamo avanti le trattative, il nostro presidente della Camera Fico lavorava ad una delibera storica: dopo 30 anni il taglio dei vitalizi ai parlamentari. C’è tanto da fare in Italia. Gli indici ci dicono che il livello occupazionale è salito ma quando giro nelle regioni trovo sempre gente disperata”. L’entusiasmo dilagante del Vicepremier Luigi Di Maio che ha compiuto la sua prima uscita da Ministro dello Sviluppo economico questa sera a Messina nel cuore della città, in una piazza Cairoli che esplodeva di sostenitori ma anche curiosi e nuovi adepti, salutando intorno alle 23 con un arrivederci, magari per l’elezione di un sindaco a Cinquestelle (si augura). Quanto mai importante sarebbe la comparsa di un esponente di una forza di Governo centrale in un comune del Meridione. Dunque il sostegno per Gaetano Sciacca sindaco di Messina è incondizionato, a lui e a tutta la squadra di assessori designati presenti sul palco stasera, appoggiati anche da parlamentari regionali, nazionali ed europei: Antonio De Luca,  Valentina Zafarana, Giancarlo Cancelleri, Grazia D’Angelo, Alessio Villarosa, Giulia Grillo, Paola Taverna, Nunzia Catalfo, Ida Carmina, Ignazio Corrao, Francesco D’Uva, Angela Raffa, Antonella Papiro e Barbara Floridia.

“Ho chiesto di mettermi a lavoro già ieri in un giorno festivo. Mi sono ricordato di una promessa che unisce il nord e il sud. Un imprenditore del nord che aveva eseguito dei lavori in Sicilia nella provincia di Ragusa con la sua azienda non è stato pagato dallo Stato che gli doveva centinaia di migliaia di euro e lo ha costretto a fallire. Non riusciva più a remunerare gli operai, a versare i contributi, a completare il pagamento dei macchinari, a vivere lui stesso. Insomma ha perso anche la casa. Io sono stato a casa sua il giorno prima che succedesse e non gli ho potuto promettere di salvargli l’abitazione ma sarebbe venuto con me al Governo se avessimo vinto le Politiche per salvare tutti quelli come lui a cui non hanno tolto la casa, a cui lo Stato deve dei soldi. Da ieri, Bramini è mio consulente esperto del Ministero dello sviluppo economico e ci aiuterà a salvare imprenditori, commercianti, professionisti. Tante persone con ditte individuali hanno bisogno di noi perché se vogliamo creare lavoro dobbiamo lasciare in pace le imprese e formarne delle nuove. Dobbiamo eliminare una umiliazione e trasformarla in occasione”.

Di Maio non le manda a dire neppure ai Centri per l’Impiego che “sono appunto una umiliazione per chi oggi cerca lavoro giovane o meno giovane. La competenza in questo caso è delle REGIONI. Io ho intenzioni di riunire tutti gli assessori al Lavoro di tutte le Regioni e cercare di capire come far funzionare questi centri. Chiunque si presenti in questi uffici deve essere in grado di produrre lavoro e gli deve venire offerto un percorso al termine del quale di propone lavoro. Poi c’è chi ha già un lavoro ma con contrati a termine, a volte solo per una settimana, per un giorno. I cosiddetti writers che portano in bici le pietanze a domicilio vengono spesso sottopagati e fanno parte di una nuova generazione di lavori in competizione con i software. Percepiscono solo delle mance. Io per domani ho convocato una rappresentanza di questi giovani per parlare di questi diritti, di contratti collettivi che non hanno. Siamo tornati al lavoro a cottimo. Ma poi c’è la fascia di hi ha perso il lavoro, cinquantenni/sessantenni, un momento complicato della vita che dovrebbe essere incoraggiato a maggior ragione dai Centri per l’impiego. Mentre io propongo un lavoro per cui ci si deve formare, devo pur dare un reddito di cittadinanza senza restare sul divano ma devi dimostrare che ti stai formando e devi fornire otto ore gratis del tuo tempo per un lavoro del Comune per far risparmiare al tuo sindaco i soldi pubblici. Così tutti pagherebbero meno tasse. E chi vuole andare in pensione e non ci riesce. Tutti vittime della legge Fornero, nata per ridurre il debito pubblico che continua a salire mentre ci hanno tagliato il diritto alla pensione. Il mio ministero ha la possibilità di rivedere questa materia e premiare chi ha lavorato una vita e non vuole raccogliere le briciole. Per l’imprenditoria ci vuole una riforma fiscale. Meno scartoffie da compilare e più posti di lavoro per i dipendenti”.

Tra le quattro leggi da abolire al più presto per cui i Pentastellati si erano impegnati in campagna elettorale ci sono spesometro, redditometro, sprit, studi di settore. Le persone oneste esistono e non devono essere perseguitate dallo Stato.

“Io sono orgoglioso di questo governo perché ci attaccano tutti – ironizza il Vicepremier -. Più ci contestano, più le piazze si riempiono. Non abbiamo intermediari, ci scambiamo opinioni direttamente con voi perché vogliamo sapere come state. Abbiamo modificato il metodo di far governo. Noi abbiamo voluto vincolare il tutto ad un contratto di governo e non al numero dei ministeri da distribuire: prima viene il cosa e poi il chi. Negli anni passati, tutto si esauriva in due settimane patteggiando le poltrone. Ed è la prima volta nella storia della Repubblica che due forze politiche si siedono ad un tavolo e discutono delle priorità di un Paese. Ci sono molte cose che ci vedono in disaccordo e ne è scaturito un lavoro per oltre cinque anni”.

Sulla meritocrazia Di Maio ci va a nozze e il tiro al piattello è la disonestà. “Se tu sei un politico beccato con le mani in pasta, ti meriti il Daspo: non devi più avere a che fare con la pubblica amministrazione, non ci devi mai più lavorare e non ti puoi più fare eleggere. Noi abbiamo le migliori forze dell’ordine, investigatori, ecc. Noi mandiamo un agente provocatore sotto copertura e offriamo la bustarella per constatare come reagisce il politico di turno. Ma bisogna fare le leggi adatte. Sono punti del programma – contratto che si possono realizzare a costo zero e ci daranno la possibilità di ristabilire un po’ di merito. Il merito si afferma con la cultura che va conquistata con la scuola e i servizi essenziali. Togliere la discrezionalità ai politici di nominare i vertici delle Asp e degli ospedali sarà una necessità per Giulla Grillo. Se riusciamo a curarci bene, dobbiamo ringraziare chi sta a capo della struttura per il suo curriculum, non per la spinta del politico. Questo rivoluziona il modo di gestire la sanità per non sprecare più denaro”.

Secondo Di Maio è stato come stare sulle montagne russe fino all’altro ieri, visto che i poteri forti, “i partiti che vogliono stare all’opposizione volevano farci fuori. Noi abbiamo raccontato tutto in trasparenza e per questo criticato. Non abbiamo potuto criticare il loro contatto del Nazzareno perché non ne abbiamo saputo nulla”.