Sosta “mordi e fuggi”, Trischitta prospetta ticket parcheggio da 10 centesimi per 20 minuti

Redazione1

Sosta “mordi e fuggi”, Trischitta prospetta ticket parcheggio da 10 centesimi per 20 minuti

mercoledì 30 Maggio 2018 - 13:04

Pensiamo alle donne in gravidanza dal terzo al sesto mese che devono sbrigare le commissioni da sole e hanno bisogno della possibilità di posteggiare il proprio autoveicolo, magari davanti un’attività commerciale d’urgenza perché devono andare a prendere altri figli a scuola. Ci vuole un tagliandino per il parcheggio adatto alla cosiddetta “sosta breve” che permetta di effettuare acquisti veloci entro i 20 minuti per non danneggiare più i negozianti e neanche i possibili consumatori che desistono dal fermarsi sia se non trovano lo stallo libero ma anche a volte per il costo e la reperibilità. Il candidato a sindaco Pippo Trischitta oggi, al suo Comitato elettorale di via Cavour, propone lo strumento di mobilità urbana classificato come gratta e sosta “mordi e fuggi” che potrà essere utilizzato nelle arterie principali e più caotiche del circuito cittadino quali via Cannizzaro, via Garibaldi dove non esistono neppure gli stalli blu e viale della Libertà. Superando il limite di 20 minuti si andrà a pagare 3 – 4 euro proprio per incentivare la rapidità degli acquisti.

“Sono un fautore delle apposite macchinette che non sono oggetti speciali da trovare in esclusiva nelle grandi metropoli come Roma. Non è possibile – denota il candidato a sindaco – che la politica della mobilità sia soprattutto di tipo punitivo nei confronti degli automobilisti. Dobbiamo attivarci affinché i nostri percorsi cittadini siano più vivibili per tutti”.

A latere dell’incontro con la stampa, Pippo Trischitta si esprime su quanto si sta verificando al Teatro “Vittorio Emanuele”: “La mia solidarietà va ai lavoratori e ai vertici del Teatro, per l’incresciosa vicenda, provocata dalla consigliera del CdA Pizzo. Non si può mantenere una situazione di stallo: questa è l’ultima cosa di cui ha bisogno il Vittorio Emanuele, tra i mille problemi connessi alla mancata volontà di stabilizzare la pianta organica e, contemporaneamente, dare uno status che possa ottenere maggiori fondi. Nel mio programma – spiega Trischitta -, sono previste quattro mosse per salvare il Vittorio Emanuele: ai dipendenti contratto equiparato al contratto regionale; spostamento di alcuni lavoratori, che in gran parte sono amministrativi, in altri enti regionali e reintegro del numero con maestranze; con le figure idonee in organico, produzioni proprie del Teatro, con notevole risparmio e ottenendo così possibilità di diventare Teatro Stabile; infine, con lo status di Teatro Stabile, accesso a ulteriori finanziamenti, quali il Furs, il Fondo regionale, e il Fus, il fondo del Governo nazionale”.