Sicilia Futura per Saitta, Sottosegretario Faraone: "Anche chi non ci ama ci seguirà". Cardinale: "Le Politiche: mai finite"

Redazione1

Sicilia Futura per Saitta, Sottosegretario Faraone: "Anche chi non ci ama ci seguirà". Cardinale: "Le Politiche: mai finite"

lunedì 28 Maggio 2018 - 21:49
“Il patto scellerato è stato considerare che il Mezzogiorno d’Italia dovesse solo campare e non vivere con una qualità medio – alta. Chiederci di accettare il reddito di cittadinanza in una terra dove regna la disoccupazione era come azzeccare il terno al lotto”. Così il Sottosegretario alla Salute Davide Faraone in forza Pd che, questa sera, è giunto in visita a Messina, all’Auditorium Fasola, per dare supporto alla coalizione di Antonio Saitta e in particolare alla squadra di Sicilia Futura (con tutti i candidati al Consiglio comunale e alle presidenze di Circoscrizione (Giovanni Scopelliti – I Circoscrizione) e (Franco Laimo – V Circoscrizione) con consigli circoscrizionali, oltre che due degli assessori designati Nino Interdonato e Piero la Tona ed è stato chiamato anche Giovanni Lazzari) su invito dell’amico ed ex deputato regionale Beppe Picciolo. Con loro anche il leader del movimento a livello regionale Totò Cardinale. Picciolo invita a ragionare sui perché della precedente sconfitta.
“Se abbiamo perso le elezioni la responsabilità è nostra – afferma Faraone -. Anche chi non ci ama fino in fondo sarà propenso a seguirci. Tranne i miracoli si andrà a votare dopo l’estate. I Cinquestelle volevano la rottura. Vedo che qui c’è un candidato a sindaco che per la sua competenza  potrebbe vincere al primo turno”. Totò Cardinale notifica a Picciolo il compito del rilancio di Sicilia Futura.
“Quella che arriva subito dopo è una partita altrettanto importante – tuona Cardinale -. Le politiche non sono mai finite. Non so se riusciremo a contenere la spinta populista che è contro il comune sentire. Sono arrivati voti che hanno sommerso tutti gli altri in Sicilia. Incapacità di stare insieme. Non abbiamo pensato che la battaglia fosse comune. Riformismo liberale e progressista. Candidatura abbastanza difficile che a Messina è complicatissima. Grazie a Picciolo che ha fatto anche passi indietro per un impostazione di altruismo che è sintomo di essere nel giusto, senza promettere la luna nel secchio o nel pozzo. Se ci sono liste così forti, vuol dire che c’è spirito solidale. Siamo in grado di portate Messina fuori, anche verso altre province siciliane? Se VI dovessimo perdere intorno a un tavolo però dobbiamo guardare al risultato finale per non deludere. Navarra sarà un ottimo candidato. Il mio atteggiamento è includente. È importante che da Messina arrivi un forte segnale. Dobbiamo dare serenità e Salvini non ne dà. Nordista con la sua flat tax”.
E poi tocca al candidato al primo podio di Palazzo Zanca il prof. e avvocato costituzionalista Antonio Saitta “Se io dovessi incentivare il non lavoro con le proposte che arrivano dagli arruffa popolo, dagli affaristi, tutto questo  servirebbe e servirà per portare avanti di più le nostre idee. Tanto riscontro ha avuto il nostro approccio. Raccoglieremo fino all’ultimo voto. Dovremo avere voti sufficienti per il ballottaggio. Gli altri poli si sono divisi e si sono messi a litigare. La coalizione è esplosa: da in lato la Barrile, dall’altro Trischitta; entrambi costole di Forza Italia. De Luca e Bramanti non sono poi facce della stessa medaglia? Il deputato vive di luce riflesda della Regione e propone tutto ciò che è fuori legge per la città: dalla soppressione dei quartieri che non si può fare alla comparsa del casinò al Municipio (mi vergogno pure a dirlo), come se non ci fossero ulteriori attrattive per i croceristi. Venezia e Sanremo non puntano tutto sul gioco d’azzardo e Taormina tenta da anni di ottenerlo. Messina ha gli strumenti istituzionali per fare sistema: trasporto, agricoltura, economico – turistico. Il modello del pubblico impiego è tramontato, dobbiamo mettere in moto la macchina per accendere processi di crescita per far produrre i talenti dei nostri giovani. Basta ciarlatani e improvvisati armati di buona volontà. Accorinti ha sprecato tutto. Sciacca parla dei progetti che ha fatto da Capo del Genio Civile. Simile a quello nazionale. La sindaca Raggi in un Paese normale si sarebbe dovuta dimettere dopo che il Giro d’Italia si è fermato sette giri prima per via delle buche. Il voto del 10 si carica sempre più di responsabilità”.
“Un pomeriggio dedicato alla “Messina in cui credere”  – ha sottolineato Beppe Picciolo – una città che non si arrende e non accetta più sberleffi e prese in giro! Perché offrirsi in politica – ha concluso – deve tornare ad essere il più nobile dei servizi per la propria comunità”.