Saitta sceglie la piazza: "Accordi inconfessabili del Centrodestra? Ecumenici o Masaniello anti-sistema. Tifiamo per città vivibile e sicura"

Redazione1

Saitta sceglie la piazza: "Accordi inconfessabili del Centrodestra? Ecumenici o Masaniello anti-sistema. Tifiamo per città vivibile e sicura"

domenica 20 Maggio 2018 - 15:06

“Illazioni ecumeniche da parte del Centrodestra che chiama a sé il presidente del Parlamento Europeo e della Regione al Palacultura per poi stare sotto l’unico nome dei Genovese mentre da un’altra parte l’assessore Armao si premurava di incoronare De Luca grande statista e illuminato legislatore. Quest’ultimo onorevole fa l’aggressivo, verbalmente violento, del quale tutti sembrano avere timore e si atteggia Masaniello anti-sistema ma che nel sistema è nato e cresciuto con tutti i privilegi anche oggi. Più che a rappresentare gli interessi del popolo è esperto nel maneggiare varianti a piani regolatori e si muove coli sistema attivo e compiacente della Regione siciliana. Qual’è la partita squallida che si sta giocando sulla pelle dei messinesi? Quali sono gli accordi inconfessabili che ci sono tra loro? Tutto questo fervore oggi è nel candidato a sindaco Antonio Saitta che ha animato questa mattina piazza Cairoli, con lo slogan “Partiamo dal cuore”, ricordando quel luogo che sarà sempre di qualche quattordicenne garzone che vuole farsi una vita. Accanto a lui le sei liste e gli assessori designati fin qui Maria Flavia Timbro, Lucy Fenech, il più giovane dei consiglieri uscenti e il più giovane degli assessori Nino Interdonato, l’ex sindaco di Villafranca Pietro La Tona e il delegato del Cru Giovanni Lazzari.

“I rapporti del Centrodestra sono torbidi, si scambiano accuse di vari reati – interpreta Saitta -, organizzano insieme incomprensibili e ridicole conferenze stampa con sfottò in diretta, avanzano accuse minacce di denunce che non sappiamo se sono mai state presentate alla magistratura. Ancora mercanteggiamento a livello regionale per scambiare il silenzio su ipotetici reati contro la pubblica amministrazione e delibere ad emendamenti farlocchi sulla legge finanziaria. E’ accaduto anche l’impensabile. L’assessore designato da Sciacca, la presidente dell’associazione di volontariato ‘Gli invisibili’, in 48 ore ha ringraziato il suo candidato sindaco per averla nominata, poi ha rinunciato all’assessorato dicendo che avrebbe sostenuto il movimento, poi ha abbandonato i Cinquestelle e ha dichiarato di sostenere il prof. Bramanti. Mai nome più profetico ‘Gli invisibili’ Quali sono le manine invisibili che hanno determinato questi passaggi. Bramanti e De Luca sono attori della stessa medaglia, la cui sceneggiatura è stata scritta tra Catania e Palermo che vede in scena un’unica vittima in cambio di qualche bonus ospedaliero o qualche variante al Piano regolatore. Noi non ci stiamo! Ad incrementare le sciagure della città anche la Lega che non si è capito se appoggia Bramanti o meno. Ha fatto di tutto. E’ il nostro Tarzan messinese con le liane ovunque, ha cercato di abbracciare tutti e tutti le hanno sbattuto le porte in faccia. De Luca dice di saper amministrare scopiazzando un motto di Leoluca Orlando, nessuno lo contesta per paura delle sue manganellate – insulti compreso Bramanti ma ricordiamo che Fiumedinisi ha un quinto degli abitanti di Monte piselli. Vuole buttare all’aria le Partecipate. Non dice che il dissesto verrebbe pagato dai messinesi. Il mondo capovolto, accusa gli altri di conflitto d’interesse. Sciacca tira in ballo il Sisma bonus, a cui poteva trovare nome meno infausto ma è già una misura prevista dal Governo nazionale, non grazie ai Cinquestelle. Continua a vantarsi e appropriarsi dei meriti di altri. Confonde le istituzioni con se stesso. Ha riesumato la flotta comunale, invece si tratta di intensificare le corse tra Messina e Reggio Calabria. Adesso in campo nazionale, sta sposando la lega facendoci credere che pensa anche al Mezzogiorno d’Italia nel proprio programma. Non vogliono andare al governo ma al potere con chiunque e ad ogni costo”.

“Lavoro, vivibilità e volontà di offrire risposta all’emorragia dei giovani. La loro partenza desertifica talenti ed abitanti. Il Comune deve promuovere un contenitore di attività per formazione. Consorzi, strutture sanitarie, ordini professionali, associazioni, imparare a fare squadra, senza il tutto contro tutti, contro la Sovrintendenza come faceva Sciacca. Ho rilanciato l’idea del Polo della cultura. Il dirigente che è geloso del contributo di altri enti. L’aperitivo verso altri territori, pensare alla città metropolitana, tra patto per il sud e Pon metro, fondi per combattere dissesti idrogeologico. Zes per agevolare l’aumento delle imprese e agevolare sgravi fiscali. Ridare qualità della vita ai messinesi. L’amministrazione Accorinti non ha indovinato gli strumenti esistenti. Che Messina sia davvero città turistica. Trasporto pubblico è forma privilegiata. Liberare dall’isolamento i villaggi. Una città vivibile rilancia il commercio. Metodi della concertazione per le aree pedonali. È una città che fa sport, di scuole aperte fino a sera per aggregare persone, ragazzi, famiglie. Bisogna fare di Messina una città sicura in tutti i sensi, cittadini e imprese. Sul piano regolatore sviluppo del territorio. Risanamento non venga dimenticato. Sviluppo del mare. Servizi sociali devono occuparsi veramente dei soggetti deboli e non creare ulteriori disagi”.

Saitta rammenta l’epoca delle libreria Hospe e di un gruppo di ragazzi che hanno fatto la storia, pur avendo vissuto tra le baracche e le macerie post terremoto Salvatore Pugliatti, Giorgio La Pira, Salvatore Quasimodo, Antonino Giuffrè, fra loro c’erano anche i suoi nonni e per lui non è solo un’annotazione personale ma anche politica. “Mio nonno Antonio dovette andare a lavorare dopo la morte del padre, andò a fare il garzone nella prima libreria aperta poi dovette lasciare anche la scuola ma non lasciò gli amici. Nonostante fame, terremoto, due guerre mondiali, si spaccò la schiena curò la famiglia e realizzò il suo sogno qui a Piazza Cairoli. Contribuì a far valere Messina per quel che valeva e dimostrava. Siamo qui per aiutare un quattordicenne che oggi fa il garzone. in un bar. Quale che sia baracca in cui vive, la scuola che frequenta perché lo dobbiamo aiutare a realizzare il suo sogno di vita e felicità. Spieghiamo il rischio che la città cada in mano degli arrampicatori e burattinai. C’era ottimismo tra le macerie del terremoto, torniamo alle radici, alla semplicità, a valori genuini. Dobbiamo ricostruire lo spirito di quei ragazzi con sogno di libertà, giustizia e società aperta per tutti uguale”.