Segnala bulli e pusher, Polizia di Stato diventa amica dei giovani con app attiva da oggi e pure anonima

Redazione1

Segnala bulli e pusher, Polizia di Stato diventa amica dei giovani con app attiva da oggi e pure anonima

martedì 15 Maggio 2018 - 11:44

Rompere i muri del silenzio, le paure nei confronti del prossimo e le insicurezze che, molto frequentemente, rimangono abbarbicate anche da adulti è necessario per combattere la delinquenza minorile e qualche deviazione di autolesionismo, oltre che per vivere una crescita psicologica sana. Prima di essere toccati dal trauma del bullismo e del consumo di stupefacenti e farsi conquistare da un esperto o clinico della mente e dell’inconscio, i ragazzi e gli adolescenti possono intraprendere il cammino della denuncia tramite quello che conoscono meglio ovvero il telefonino e la tecnologia. La Polizia di Stato si è inventata un’app “YouPol” attivata da oggi – 15 maggio e presentata questa mattina alla Questura di Messina per incoraggiare le nuove generazioni a proteggersi dalla piccola – grande criminalità, anche mantenendo il totale anonimato.

Con pochi click la Centrale operativa sa da dove arriva la chiamata – commenta il Questore Mario Finocchiaro -. La Polizia di stato crede tanto in questa iniziativa. Tutte le nostre recenti innovazioni servono per comunicare con i ragazzi il cui benessere ci interessa da vicino. Lo abbiamo organizzato con altre iniziative sul territorio quali il camper a piazza Cairoli che interagiscono con i ragazzi; poi con i rappresentanti degli studenti. Fai una segnalazione anche senza effettuare la registrazione. Segnala episodio di bullismo magari allega una foto. L’applicazione è dedicata a questi due tipi di fenomeni. Questo è il target comunicativo. Se arrivano altre segnalazioni non le cestiniamo. I fenomeni esistono ma non hanno incidenza al di là del fenomeno nazionale. Alcun volanti per esempio sono intervenute dove minorenni litigavano con maggiorenni. Segnali di contrasto sono pervenuti anche dalle scuole. Per la questione spaccio riguarda il consumo di droghe leggere. Abbiamo raccolto messaggi di minorenni che ne facevano uso personale. Non ci sono picchi particolarmente preoccupanti”.

Il dirigente dell’Ufficio di Prevenzione e Soccorso del territorio Giovanni Puglionisi spiega in dettaglio il funzionamento: “E’ un’applicazione che permette di mettersi in contatto con la sala operativa della polizia di Stato con un metodo intuitivo. È adattabile sia ai sistemi Apple che Android. Menù a tendina per cliccare agevolmente sull’esigenza dell’utente che può farsi geolocalizzare. Immaginiamo uno spacciatore che si mette in movimento. Dall’altro capo del telefonino un addetto della polizia che prenderà in carico le generalità dell’utente che può restare anche anonimo. I controlli sul territorio sono volti a sconfiggere casi di bullismo che possono dilagare se non fermati in tempo. A Piazza della Repubblica e piazza Cairoli, due segnalazioni sia come vittima che aggressori. Oltre a quello ordinario della polizia di Stato ci siamo avvalsi anche di input promossi dal questore. L’iniziativa che noi eseguiamo spesso prevede numerosi uffici e agenti della polizia di Stato, una Task Force costituita da Annona e Polizia municipale”.

Anche la dirigente responsabile della Comunicazione e dei rapporti con le testate giornalistiche, dott. ssa Anolfo sostiene: “Siamo in un momento felice che ha visto come nostro interlocutore i giovani con cui il dipartimento di pubblica sicurezza si relaziona e si è declinato al progetto legalità. Abbiamo aperto il plesso alle scuole. Abbiamo il compito di operare non soltanto sulla prevenzione ma anche sulla formazione. È il modulo vincente per stringere una collaborazione più completa. Non ci limitiamo all’azione in sé e per sé che è indispensabile ma forniamo ulteriori informazioni per la divulgazione dell’entità dei fenomeni”.

Il Questore tiene a precisare che “l’amministrazione non è ingessata ma vuole restare al passo coi tempi incrementando il rapporto con la stampa e siti internet. Noi abbiamo la pagina Facebook della Questura molto seguita, il profilo Instagram e Twitter ed è importante lo scambio tra l’ambiente esterno e noi. C’è la professionalità dell’operatore che deve assisterci e filtrare le notizie. I ragazzi potrebbero manifestare forme di scherzo. Il rischio è calcolato. Il riscontro sui Social Network è positivo, la polizia non è estera nemica. Rende la nostra attività più sensibile verso i giovani soprattutto in certe zone dove si trova diffidenza e ostilità. Il ragazzino ha immagine distorta delle Forze dell’Ordine. Recuperiamo interlocutori che non hanno pregiudizi nei nostri confronti. Inseriamo attività positiva per trasmettere la vera essenza del nostro lavoro che aiutare chi è in difficoltà e non l’atteggiamento repressivo. È tesa ad arginare una piaga con uno strumento alla portata della gioventù. E siamo noi a mettere a disposizione lo strumento in cui sono particolarmente predisposti, hanno dimestichezza con pochissimi passaggi e possono inviare una foto a corredo. Gli equipaggi intervengono nell’immediatezza”.

È un modo per reprimere persino le risse che nascono per strada dove, a volte, le vittime sono i ragazzi più deboli. Così, le unità della Polizia possono trovarsi nelle situazioni di esposizione al pericolo o in cui risulta camuffato e risolverle con efficacia. “La nostra è una realtà urbana che non desta grave allarme – conclude Finocchiaro – ma necessita di azioni puntuali”.