Prg, i capigruppo dicono no all'amministrazione: "Siamo fuori tempo"

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Prg, i capigruppo dicono no all'amministrazione: "Siamo fuori tempo"

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mercoledì 09 Maggio 2018 - 08:59

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. E’ il Prg la grande delibera last minute che l’amministrazione vuole portare in Consiglio Comunale prima del ritorno alle urne, così come chiesto alla presidente Emilia Barrile. Un iter iniziato 5 anni fa, che doveva far si che l’atto arrivasse tra gli scranni del civico consesso già nel 2015. Nulla di tutto questo, il procedimento è stato molto più lento e tortuoso, fino ad arrivare ai giorni nostri e ai dubbi degli organi professionali sulla delibera.

Otto capigruppo (Angelo Burrascano, Claudio Cardile, Nino Carreri, Alessandro La Cava, Francesco Pagano, Giuseppe Santalco, Fabrizio Sottile, Benedetto Vaccarino), attraverso una nota evidenziano come ormai si è ormai fuori tempo massimo:  “Apprezziamo lo sforzo fatto dall’amministrazione per predisporre lo Schema di massima e le prescrizioni esecutive del nuovo PRG della città di Messina- si legge- Rileviamo che l’avvio del procedimento è avvenuto il 5/12/2013 , tuttavia solo  dopo oltre 4 anni la Giunta con delibera n° 197 del 10 aprile 2018 ha approvato lo Schema. L’amministrazione con nota del 26 aprile, ritenendo sussistenti le condizioni di urgenza e improrogabilità, invita la Presidenza del Consiglio ad avviare le procedure per l’adozione da parte del Consiglio. In maniera frettolosa la proposta di delibera è stata inviata ai Quartieri per il loro parere consultivo e gli stessi si sono espressi con n° 2 astensioni, 2 parere contrari e 2 pareri favorevoli, evidenziando quindi una palese diversa visione. Non si ritiene di entrare nel merito sulla sussistenza o meno dei principi di urgenza ed improrogabilità sostenuti sia dal Vice Segretario Generale che dal Sig. Assessore. Ci si richiama, invece, alla questione attinente al diverso profilo della “opportunità”, tant’è che la stessa Circolare del Ministero dell’Interno del 7.12.2006, richiamata dalla stessa amministrazione, evidenzia “Il problema si pone soprattutto nei casi in cui il potere, esercitato in prossimità del  suo spirare, regola situazioni future producendo effetti permanenti e/o differiti che vincolano nelle scelte discrezionali il successivo titolare della potestà”