Verso il voto, Bramanti a muso duro contro le illazioni: "Ora basta, vado in Procura"

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Verso il voto, Bramanti a muso duro contro le illazioni: "Ora basta, vado in Procura"

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sabato 05 Maggio 2018 - 08:58

Dino Bramanti non ci sta e passa al contrattacco. Oggi Pippo Trischitta terrà una conferenza stampa in cui avanzerà le ipotesi di un’Irccs al centro della campagna elettorale, così il candidato sindaco del centrodestra passa al contrattacco.  “Domattina mi recherò dal Procuratore del Tribunale di Messina perché non intendo trascorrere il resto della campagna elettorale come bersaglio di calunnie ed illazioni che offendono me e l’istituzione che ho avuto l’onore di guidare in tutti questi anni e di portarla all’eccellenza. Quando ho scelto di candidarmi sindaco per continuare ad essere al servizio della mia città, in modo diverso rispetto a quanto fatto nel corso della mia lunga ed onoratissima carriera, mai avrei pensato di finire oggetto di menzogne che infangano la mia reputazione e quella di uno dei migliori presidi sanitari a livello nazionale. Si è scatenata tra i miei competitor alla carica di sindaco, una gara di attacchi a Bramanti e questo mi fa ritenere che sono il candidato da abbattere con quei sistemi che ancora a Messina esistono: la maldicenza, la cultura del sospetto. Più cresce il consenso dei messinesi verso di me più si alza il tiro contro un presidio sanitario che ha garantito e garantirà assistenza a pazienti di tutta Italia e posti di lavoro. Evidentemente per qualcuno applicare la legge Madia sulle stabilizzazioni è reato. Dare lavoro in trasparenza e non lasciare i precari attaccati al bisogno è reato. Io mi sono autosospeso ormai da settimane eppure c’è chi continua a dire che l’Irccs è parte in causa nell’agone elettorale, restando invece e stranamente silente su ben altre presenze ingombranti di istituzioni, come l’Università che da ben 3 competizioni elettorali ha trasformato la sede del sapere in sede del potere. Faccio paura probabilmente perché c’è chi paventa che i traguardi che sono riuscito a conseguire con umiltà e tenacia per la sanità potrei raggiungerli per la mia città. Faccio paura perché la mia vita professionale è la prova che si può restare a Messina e creare posti di lavoro, creare sviluppo ed eccellenze. Ebbene, questo fuoco incrociato contro di me mi ha convinto che sono sulla strada giusta e ho toccato tasti dolenti, quelli di chi non vuole cambiare niente. Non ho nulla da temere ma non voglio che l’Irccs a causa mia sia esposto a quotidiani attacchi strumentali, a veleni che s’insinuano appositamente per beceri secondi fini.  E’ una vile campagna contro un’istituzione che non merita di diventare strumento di giochi di potere di bassa lega. Per questo domani chiederò alla Procura di essere ascoltato, non farò oltre da bersaglio vivente”.

A sostegno di Bramanti, arriva la nota dei legali Fernando Rizzo e Andrea Vadalà: “Onde sgomberare il campo da equivoci legali in riferimento alle voci circa le presunte irregolarità nelle assunzioni all’IRCCS “Bonino Pulejo”, come avvocati che da anni si occupano di diritto del lavoro e, comunque, quali cittadini a sostegno della candidatura del prof. Dino Bramanti, riteniamo di dover intervenire nella vicenda per chiarire quanto appresso: “Deve innanzitutto premettersi come le stabilizzazioni o le altre assunzioni di personale e in ogni caso l’intera gestione organizzativa, amministrativa e tecnica, afferiscono per l’IRCCS Bonino Pulejo, quale istituto di diritto pubblico (d.lgs. n. 288/2003), solo al Dirigente Generale, ai sensi dell’art. 3 c.4 della legge istitutiva e nel rispetto degli artt. 17 e ss. del T.U. n. 165/2001 della P.A.; pertanto, nessuna responsabilità di organizzazione è ascrivibile al prof. Bramanti quale direttore scientifico i cui compiti attengono alla ricerca e all’assistenza. Ciò premesso, ove la questione delle assunzioni avesse ad oggetto i contratti a tempo determinato stipulati nel tempo dall’IRCSS e tenuto conto della sua storia e della sua evoluzione giuridica, non può non evidenziarsi che l’amministrazione sanitaria come tutte le pubbliche amministrazione ha subito il blocco delle assunzioni pubbliche, risalente agli anni 90, che ha determinato per tutte le amministrazioni dello Stato il sempre più frequente ed inevitabile ricorso ai contratti a tempo determinato, specialmente di giovani laureati”.