Verso il voto, Sciacca e quell'esigenza di non essere "un altro Accorinti"

Per il Movimento 5 Stelle è arrivato il momento del salto di qualità, perché a imporlo sono i numeri delle elezioni politiche del 4 marzo, in cui i penta stellati hanno dimostrato di essere una forza politica notevole anche nella nostra città. Ma si sa, le logiche che portano al voto per le nazionali sono ben diverse rispetto a quelle delle amministrative, qui conta il radicamento sul territorio e la vicinanza ai cittadini, fattori che possono limitare il voto d’opinione, vera e proprio mano santa per i grillini.

Il primo compito di Gaetano Sciacca e soci sarà proprio quello di scrollarsi di dosso l’etichetta di “un altro Accorinti”, perché a Messina un’esperienza amministrativa “alternativa” l’abbiamo provata, con risultati piuttosto evidenti. Uomo dalla schiena dritta alla prima esperienza politica, almeno in prima persona, Sciacca è l’uomo su cui il Movimento ha puntato per ripetere gli ultimi fasti elettorali è mantenere viva una fiamma smorzata dalle vicende romane.

Pronti via, però, ecco arrivare la prima similitudine tra l’ex Ingegnere Capo del Genio Civile e il sindaco scalzo: il taglio dello stipendio. A dire il vero la primogenitura su questa tematica è proprio dei Cinque Stelle, da sempre contro i privilegi di quella che venne etichettata come casta che gode di spropositati compensi. Un tema che però può diventare una pericolosa arma a doppio taglio, perché nessuno può rinunciare al proprio compenso da primo cittadino, ma può decidere cosa farne e dove destinarlo. A tal proposito sono ancora avvolti nel mistero i destinatari del fondo messo in piedi da Accorinti nell’arco di questi cinque anni, anche se in tanti gli avevano sconsigliato di non aspettare la fine del mandato per sciogliere le riserve, un tale gesto avrebbe potuto causare qualche fraintendimento di troppo durante la campagna elettorale.

Anche se, a dire il vero, eccezion fatta dei comizi in piazza, del sindaco non vi è traccia e tal proposito appare sacrosanto l’invito della Barrile a non disertare gli incontri televisivi alla presenza degli altri candidati, e quindi del contraddittorio, giusto per non alimentare le malelingue di chi accusa Accorinti di essere stato sindaco  “a sua insaputa”. Tornando al Movimento 5 Stelle, uno dei punti su cui Sciacca punta molto è l’assessorato alle periferie, una proposta che può essere intesa come uno smacco all’amministrazione uscente. Accorinti doveva essere il sindaco degli ultimi, di quelle periferie dimenticate e disagiate. In quelle zone della città, invece, negli ultimi anni è montata la rabbia per una musica che non sembra cambiata rispetto al passato. Sciacca, però, nella sua campagna elettorale silenziosa, è voluto partire proprio dalle periferie, dai villaggi, dando priorità al contatto con la gente. Quella gente che spera di non essersi imbattuto in “un altro Accorinti”.

Antonio Macauda

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