Tremestieri, la metroferrovia simbolo del fallimento politico

Passava dalla metroferrovia l’ultima possibilità di rilancio, ma a giudicare dai fatti e dal degrado anche questo treno è stato perso…
Tremestieri, uno dei villaggi che in passato si riusciva a contraddistinguere per produttività, è abbandonato al suo destino con “montagne” di spazzatura, scarti edili ed elettrodomestici in disuso in ogni angolo. Nell’oblìo la zona della stazione ferroviaria, dove negli Anni 70 erano presenti numerose fabbriche che davano sostentamento a centinaia di famiglie.

Restano solo i muri pericolanti e gli “scheletri” di quelle fabbriche, rifugio per gatti e cani randagi e di qualche clochard che specie nei mesi invernali trova riparo per fronteggiare il freddo delle ore notturne. L’illuminazione non garantisce adeguata sicurezza, motivo per il quale – accompagnato dalla drastica riduzione delle corse della metroferrovia – in molti preferiscono l’auto per raggiungere il centro cittadino. Ed in effetti non hanno torto.
Non appena si varcano i cancelli si presenta una distesa di erba che in alcuni punti sfiora il metro di altezza. Il giardino, per anni direttamente curato dal locale capostazione tanto da vincere un concorso negli Anni ’70, è abbandonato a se stesso, nessuno ricorda più un intervento di scerbatura.

“Prendo saltuariamente il treno, potrebbe essere comodo, ma i miei orari serali non corrispondono – afferma Rita, impiegata presso il Centro commerciale Tremestieri – la sera ho paura, visto che la zona è scarsamente illuminata”.
Gli fa eco una studentessa, una delle poche incontrate nel corso della nostra mattinata alla stazione di Tremestieri: “Messina si raggiunge in 6-7 minuti, ma scelgo la metroferrovia soltanto quando sono in compagnia, non voglio avventurarmi da sola”.

Un anziano ci mostra il sottopassaggio al buio e pieno di immondizia ed un ascensore con il lucchetto: “Come faccio a prendere l’ascensore? A chi devo rivolgermi, se qui non si vede nessuno?”
A peggiorare la situazione si è messo il Governo regionale. “Si ferma in aula la possibilità di realizzare il biglietto unico integrato nelle realtà metropolitane della Sicilia e quindi naufraga anche l’ennesima possibilità di rilancio della metroferrovia Giampilieri-Messina – ha dichiarato Michele Barresi, segretario Uiltrasporti Sicilia – che avrebbe dato una svolta importante per il rilancio del trasporto pubblico locale.
È chiaro che senza risorse adeguate a sostegno del biglietto unico Metroferrovia-Atm gli oltre 110mila cittadini messinesi della zona sud della città continueranno a preferire il mezzo privato all’uso del servizio pubblico di trasporto e questo – ha concluso Barresi – rappresenta la cartina di tornasole dell’incisività della politica regionale e ci riporta alla realtà rispetto ai proclami e ai progetti futuristici che le campagne elettorali ci consegnano giornalmente”.
Sindaci o aspiranti tali, ne siamo certi, torneranno da queste parti prima del prossimo 10 giugno, ci saranno nuovi proclami ed altrettante promesse con la speranza che, a differenza delle precedenti, non finiscano in un binario “morto”.
Tonino Demana 

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