Lavoratori Messinambiente, quanto tempo perso

Quasi un anno di accuse, di veleni e di interpretazioni della norma, la celeberrima legge regionale numero 9. Piaccia o meno, la Regione ha messo un punto definitivo sulla querelle relativa al passaggio dei lavoratori di Messinambiente alla Messina Servizi Bene Comune, che dall’1 marzo esegue il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Le fazioni sono sempre state molto chiare, da una parte la Cgil insieme all’amministrazione e all’avvocato Marcello Parrinello a  sponsorizzare il passaggio diretto dei lavoratori da una società all’altra. La seconda fazione è quella di Cisl, Uil e Fiadel che invece chiedevano l’applicazione della norma regionale, quindi il passaggio transitorio nella Srr.

Quest’ultima giudicata “un carrozzone” a più riprese  dall’assessore Ialacqua, che invece puntava ad una procedura più snella e sbrigativa. Polemiche che hanno infiammato l’estate 2017 e che hanno trovato la loro soluzione solo ieri e a poter gioire è il trio formato da Letterio D’Amico, Michele Barresi e Piero Fotia. La Regione si è espressa chiaramente, i lavoratori dovranno transitare entro il 30 aprile alla Srr. Il tempo non manca, ma le procedure dovranno essere fatte in maniera rapida, così come sentenziato nel parere richiesto dopo l’ultimo incontro in Prefettura.

“La risposta che arriva dalla Regione è perentoria e auspichiamo metta definitivamente la parola fine alle polemiche inutili e strumentali che la Cgil ha posto in essere in questi lunghi mesi in cui si è minacciata persino la mobilitazione dei lavoratori, richiesto l’intervento della Prefettura e si sono lanciati strali e pesanti parole contro quella parte del sindacato che ha solo chiesto il rispetto della Legge 9 a tutela dei lavoratori. Non si comprende la richiesta di chiarimenti – si legge nel protocollo – atteso che la stessa Srr ha già posto in essere le procedure di trasferimento per parte del personale proveniente dalla Messinambiente destinandolo all’Aro di Taormina”.

Così recita il comunicato delle tre sigle sindacali, mentre la Cgil attenua l’importanza di quanto sentenziato dalla Regione: “Finalmente il “solerte” Dipartimento Acque e Rifiuti ha partorito il topolino riuscendo con un parere di mezza pagina, per la cui redazione ci sono voluti ben 40 gg., a non affrontare la questione, a non intervenire sullo specifico caso del trasferimento dei lavoratori della Messinambiente ed addirittura arrivando a far proprie delle linee guida dell’Ispettorato al Lavoro di Messina, il tutto senza tener in alcun conto quanto ha disposto il Tribunale di Messina, Seconda Sezione civile, Ufficio Fallimenti, con la sentenza del 07 Febbraio 2018, creando così un contrasto difficilmente sanabile. La situazione è a dir poco surreale. Il Dipartimento che avrebbe dovuto sciogliere i dubbi e dettare le linee guida per tutti i territori arriva a fare riferimento ad un ispettorato territoriale, a detta di tutti organo non competente nella specifica questione, invece di dettare delle linee guida univoche per tutti i territori provinciali”.

Non ci si può, però, nascondere dietro ad un dito, perché questa contrapposizione ha portato ad un dannoso immobilismo che poteva essere superato con un po’ di buonsenso, derivante dalla semplice applicazione di una normativa. Lo stesso Gaetano Sciacca, alla guida dell’Ufficio del Lavoro, già lo scorso mese di luglio aveva chiarito dome fosse necessario il transito dei lavoratori  alla Srr. Invece si è continuato a cercare scorciatoie, trincerandosi dietro l’interpretazione di una norma che andava solo applicata senza perdere tempo. Quel tempo che invece è stato perso e che invece poteva essere speso per sistemare quelle carte che adesso devono essere sistemate in fretta e furia. Questo ai lavoratori qualcuno dovrà pur spiegarlo.

Antonio Macauda

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