Maggioranza in alto mare all'Ars: l'assemblea boccia il Defr

Paolo Mustica

Maggioranza in alto mare all'Ars: l'assemblea boccia il Defr

mercoledì 28 Marzo 2018 - 12:05

Trovo molto pesanti le parole pronunciate dal Presidente Musumeci, che parlano di una sua richiesta di consegna in ostaggio”. Così Daniele Vella, componente della direzione regionale del Partito Democratico. Ma a cosa si riferisce esattamente? Per capire meglio cosa sta succedendo in questi ultimi giorni all’Ars bisogna fare qualche passo a ritroso.

La bolla che conteneva inizialmente la narrazione di un Musumeci uscito vittorioso dalle elezioni regionali dello scorso novembre sembra essersi sgonfiata. Anzi, è probabile che sia addirittura scoppiata: il Presidente della Regione Siciliana a distanza di quasi cinque mesi continua a non avere una maggioranza solida all’Ars sulla quale poter contare, tanto da non essere stato in grado di approvare il Defr 2018-2020, il documento di economia e finanza regionale che dovrebbe dare una linea programmatica per quel che riguarda lo sviluppo economico-finanziario dell’Isola per i prossimi tre anni. Infatti, l’ordine del giorno relativo all’approbazione di tale documento è stato bocciato per un solo voto, con 32 voti contrari e 32 favorevoli su 65 presenti (un deputato non ha votato); M5S e PD hanno votato contro. Da qui le dure dichiarazioni di Musumeci, il quale ha affermato: “Non sarò ostaggio di nessuno, né io né il mio governo”. A niente sono serviti gli appelli all’opposizione, volti ad invocare il senso di responsabilità nell’interesse della Regione. Anzi, le critiche non si sono fatte attendere, tra le quali  troviamo anche quella del già citato Vella, che in conclusione della sua nota ha affermato: “Musumeci dovrebbe spiegare alla Sicilia come intende proseguire la sua esperienza di governo, perché una maggioranza così allo sbando ed un governo immobile non è ciò che ci meritiamo”.

Incapaci di declinare interventi strutturali”. Tra le altre voci contro il Presidente regionale troviamo anche quella di Cateno De Luca, esponente del Gruppo Misto che con ironia ha affermato: “Senza polemica credo utile che il Governo ritiri questo documento e lo sintetizzi con una frase di due righe: ‘Non siamo in grado di declinare gli interventi strutturali di cui c’è bisogno’. Abbiamo persino nominato una Commissione di saggi per sentirci dire quello che conoscevamo da tempo, una lista di statistiche trite e ritrite. Dal presidente Musumeci e dall’assessore Armao mi sarei aspettato piuttosto un documento con un’anima ed una visione”.

Un documento drammaticamente vuoto”. Duro anche l’intervento di Antonello Cracolici, parlamentare PD all’Ars che ha affermato: “Il Defr del governo Musumeci è drammaticamente vuoto. È il primo documento con il quale l’esecutivo si presenta in aula, e non contiene nessuna scelta di indirizzo. Ci sono solo una serie di ‘auspici, di ‘titoli’ sui quali siamo tutti d’accordo: bisogna sostenere lo sviluppo, l’economia e l’occupazione. Come fare, però, non c’è scritto”.

Musumeci arrogante”. Naufragato un possibile accordo con Cancelleri, adesso anche i pentastellati sono passati all’attacco: “Le parole di un oltremodo innervosito ed arrogante Musumeci, che pretende di fare pure la paternale, sono irricevibili. Musumeci dovrebbe avere rispetto per la Sicilia e compiere un gesto di grande responsablità, prendendo atto che non ci sono più le condizioni minime per governare: si deve dimettere”, si legge in una nota a firma del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle.