Rione Taormina – via Ennio Quinto. Ancora 2-3 famiglie tra topi, detriti e amianto dopo lo sbaraccamento 2016

Redazione1

Rione Taormina – via Ennio Quinto. Ancora 2-3 famiglie tra topi, detriti e amianto dopo lo sbaraccamento 2016

mercoledì 21 Marzo 2018 - 10:47

Nel Rione Taormina c’è chi riceve il “buongiorno” o meglio “il funesto giorno” da topi e blatte e ha persino difficoltà ad uscire dalla propria porta di casa perché ostruita dai rifiuti e suppellettili di ogni genere, dai cemento a pneumatici a bidoni metallici. In particolare, la viuzza che si presenta in uno stato inguardabile e nauseabondo per qualunque fiuto dotato di una media sensibilità è la via Ennio Quinto, la traversa che costeggia il muro di cinta laterale della Caserma del XXIV Reggimento Artiglieria Terrestre Peloritani Caserma “E. Ainis”, di cui vi mostriamo il reperto fotografico delle condizioni. Ormai due anni fa da marzo 2016, lo sbaraccamento e la bonifica sono state effettuate solo sul lato monte del Rione Taormina ma solo in questa “altra parte del mondo” ci vivono circa 2-3 famiglie con una decina di bambini che evidentemente frequentano quella zona insalubre (tra figli e nipoti) e crescono con rischio per la loro salute.

E’ vero che risiedere in questi luoghi che hanno surclassato l’indecenza umana, a volte, potrebbe essere una scelta, se non ci sono altre dimore in cui appoggiarsi e ripararsi. Non si accetta ma si denuncia, forse come si può, da questo piccolo squarcio sociale, tra mancanza di impianto fognario con tutte le conseguenze del caso (intasamento di uno scarico che non esiste), pantegane, insetti vari e chissà cos’altro e un manto stradale che sta sprofondando. Altri nuclei hanno avuto l’opportunità di avere assegnati alloggi popolari come quelli dello stabile color verde pistacchio, tra il Rione Taormina e il Policlinico “G. Martino”.

Ricordiamo che le macerie derivate dalla demolizione sono rimaste per diverso tempo lungo la via omonima prima che venissero prelevate e trasportate da una ditta specializzata ed incaricata da Palazzo Zanca. In quel periodo, lo stesso assessore al Risanamento e i suoi dirigenti hanno dovuto trovare un budget supplementare per questo intervento. Si è comunque trattato di una fase iniziale di abbattimento visto che, alle spalle di questa prima fila di casupole, ne compaiono altre con copertura in amianto. La stessa baracca che è stata recentemente sgomberata dove soggiornava un’anziana signora era rivestita da eternit sul tetto ed è ancora in bella mostra. La seconda fase dell’abbattimento, rimozione e ripulita deve ancora realizzarsi… dalla primavera 2016.

Nel frattempo, c’è anche chi ha preso di mira quest’area come deposito di carcasse di scooter rubati. Un cittadino che soffre queste condizioni (quantomeno non entra ed esce dal lato in cui giace la spazzatura perché ha un secondo ingresso in via Aulo Persio Flacco) ci dice che si potrebbe contare qualche altro soggetto (di fatto non censito dal Comune di Messina) nei vicoli limitrofi alla via Ennio Quinto con le stesse precarie condizioni igienico – sanitarie. La situazione tocca livelli paradossali se si pensa che a fianco dell’arteria sorge appunto la sede dell’Esercito che dovrebbe anche accorgersi di chi transita ed utilizza quel tragitto come discarica abusiva, magari tramite il sistema di controllo con telecamere. Complice di questa catastrofica condotta e visione è l’assenza di luce pubblica da oltre sei mesi, dalla scorsa estate più precisamente, nonostante i pali dell’illuminazione municipale siano stati collocati “da copione” e ci siano anche state numerose segnalazioni all’Amministrazione, ai Dipartimenti competenti, alla MessinAmbiente e ai Vigili Urbani.