Centrodestra senza simboli, c'è chi dice no

Antonio Macauda

Centrodestra senza simboli, c'è chi dice no

martedì 20 Marzo 2018 - 18:26

Partiti o non partiti. Ecco il dilemma shakesperiano che sta aleggiando dalle parti del centrodestra in questa fase così delicata. Ieri Dino Bramanti ha tirato di proprio pugno il freno a mano, annunciando come ancora la sua candidatura come primo cittadino sia tutt’altro che scontata, nonostante in pochi siano davvero pronti a scommettere su un suo eventuale diniego.

Il direttore scientifico dell’Irccs, aspetta la “benedizione” definitiva del Governatore, Nello Musumeci, ma in casa centrodestra si discute pure di altro. Bramanti vorrebbe un progetto politico di ampio respiro, in grado di includere e non di escludere, tanto che starebbe lavorando ad una Giunta composta per lo più da esponenti della società civile e da professionisti.

La presidente Emilia Barrile

Per far questo occorrerebbe creare liste civiche, escludendo i simboli dei partiti dalla coalizione, fattore che sta iniziando a creare qualche divisione. Innanzitutto occorrerà confrontarsi con gli alleati della coalizione, Fratelli d’Italia e Lega, ad esempio, potrebbero avere più di qualche remora nel rinunciare al proprio simbolo.

Anche la presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, non sembra allettata dall’idea di un centrodestra sembra simboli di partito: “Sarebbe come nascondersi dietro ad un dito – ha dichiarato – gli elettori alla fine saprebbero che in queste liste ci sarebbero comunque persone che vengono dal mondo dei partiti, anzi ritengo che mai come questa volta la politica debba riprendersi la scena”.

Un messaggio forte e chiaro, recapitato da chi era pronta ad unirsi alla schiera di candidati alla poltrona di primo cittadino, ma ha più volte dichiarato di esser disposta ad appoggiare Bramanti, sempre a patto che la coalizione di centrodestra non rinunci ai propri simboli.