Il messaggio, forte e chiaro, è stato inviato, adesso toccherà al Partito Democratico tenerne conto nella valutazione delle prossime mosse. Per il centrosinistra sono giorni decisivi, il silenzio e quella sensazione di immobilismo molto presto dovranno lasciare spazio alle decisioni pesanti, per evitare che il prossimo 10 giugno rappresenti la pietra tombale sul futuro in città dell’intera coalizione.

Beppe Picciolo ha mosso le acque e adesso non si può far finta di nulla, ma il primo snodo fondamentale sarà la riunione della direzione provinciale del partito, che si svolgerà nella giornata di domani. Lì verranno messi sul tavolo i nomi dei probabili candidati alla poltrona si sindaco, la pista più calda resta quella che porta ad Antonio Saitta, ma non sono esclusi colpi di scena. Non è un mistero che Sicilia Futura vorrebbe puntare su Fabio D’Amore, ma la lotta non è sui nomi ma sull’intera portata di un progetto politico che dopo l’ottimo risultato ottenuto il 5 novembre scorso, con l’elezione di Franco De Domenico all’Ars, ha già iniziato ad imbarcare acqua da tutti i lati.

Nessuno in Sicilia Futura vuole recitare il ruolo di vittima sacrificale alle prossime amministrative, concetto che sarà espresso martedì, quando si riuniranno tutti i big del movimento e l’argomento del giorno saranno le tornate elettorali in giro per la Sicilia, da Taormina a Caltanissetta, passando proprio per Messina.

Lì si prenderà atto di quanto stabilito da Pd pochi giorni prima e si valuteranno le mosse future. Quella più clamorosa, ma non fantascientifica, rimane quella di un appoggio a Dino Bramanti, qualora sciogliesse definitivamente le riserve sul suo ruolo di candidato sindaco per il centrodestra.

Il direttore dell’Irccs non è certamente uomo sgradito a Picciolo ed un progetto politico inclusivo e di ampio respiro potrebbe rappresentare la soluzione ideale.