Termini "moralizza" Amam: Non si può sottacere su appalti e recupero crediti. Martedì altro esposto ad autorità

Redazione1

Termini "moralizza" Amam: Non si può sottacere su appalti e recupero crediti. Martedì altro esposto ad autorità

giovedì 08 Marzo 2018 - 14:07

“Sull’Amam sono state dette cose gravi. È un’azienda che rappresenta 240mila abitanti da raccontare nella loro interezza, non per spirito di rivalsa. Il CDA si è insediato con legalità e trasparenza. Abbiamo svolto una moralizzazione della gestione rispetto alle precedenti dando indirizzi precisi. Nel 2916 utile d’esercizio di oltre 5 milioni che non c’entra la convenzione con l’Eni. Problemi che hanno violentato l’azienda. Ad oggi utile di sette milioni. Non siamo eroi: potete dimenticare il nostro nome, il mio soprattutto, a me interessa il servizio pubblico. Tutto questo viene viziato da denaro sprecato. Il grande bubbone è il grande recupero di crediti verso gli utenti. Una società nata nel 2004 la Fire aveva trattativa privata con 5 ditte per questa onerosa funzione. Si è andato avanti così per 10 anni. 15 mln di crediti prescritti ed inesigibili”. Così il presidente dell’Amam Leonardo Termini che questa mattina in una conferenza stampa fiume affiancato dal suo Consiglio d’Amministrazione ha sviscerato le anomalie che hanno avvolto gli uffici di Ritiro dal 1999 al 2017. La questione riguarda appalti e subappalti con una supervisione della politica che ha inserito sicuramente le sue grosse pecche. Martedì scorso è stato depositato l’ennesimo esposto dopo tanti del passato.

“Decreto ingiuntivo dicembre 2016 di 1 mln e 200mila euro – continua -. L’Amam si è opposta con la forza delle proprie ragioni. 25 milioni di euro. Anomalie varie. Ci penserà il Tribunale a chiarire. Utente spiaggia e utente portiere. Nell’ottobre 2016. Tutto è stato segnalato agli organi competenti. Anomalia che si riverbera alla società di fatturazione all’interno di Amam dal 1999 progetto grafica srl . In rapporti dovevano chiudersi ad aprile 2017. Si occupava dello scambio dati con Fire. Fatturazioni massive senza corrispondenza. Nel 2016 sono tornate indietro 21mila fatture corrispondenti a 12 mln di euro. Recuperati soltanto 300mila euro.  Tra impieghi e prescrizioni sono stati persi 46 mln di euro. Amam ad oggi non ha il possesso delle chiavi del proprio server e programma nonostante richieste e diffidate varie volte. Il titolare dell’azienda è Claudio Barbera non ci fa gestire i dati e rivendica denaro. Nel 2016 sono state mandate raccomandate e 9mila quest’anno. Altra nota dolente: non era possibile affidamento diretto per le ditte di lettura. Si parlava di 70mila euro a ditta per circa 4-5 ditte. In passato, non erano state mai presentate denunce per allacci abusivi che sono stati il nostro chiodo fisso ma che vanno individuati da funzionari appositi per questo ruolo”.

“Ho vissuto periodi difficili sia personali che professionali – si confessa Termini -. C’erano affidamenti quali analisi delle acque con ribassi del 5-6% oggi sono del 30%. A Termini non interessa la politica, lavoro per il servizio pubblico. Abbiamo regolato il debito con l’Enel ammontante a 31 mln di euro, il secondo più grosso di tutta la Sicilia. Ringrazio l’Enel nazionale che di Palermo trattativa che avrà buoni riflessi sull’Amam. Devo dire grazie all’Enel per un dialogo durato due anni. Il consiglio d’amministrazione ha trovato una diga non una fonte d’acqua. Le cose sono state segnalate a tutti gli organi giudiziari.

“Ho sempre informato l’Amministrazione comunale per tutte le vicende”. Ma il nodo per l’erogazione idrica della città di Messina è la mancata concessione idrica della condotta di Fiumefreddo, una concessione scaduta ad aprile del 2017 per cui Termini afferma di non aver saputo nulla fino ad ottobre del 2017. “C’e stata diffida a non prelevare l’acqua” – sottolinea oggi alla nostra esplicita domanda. Dunque è realistico pensare che il Genio Civile di Catania , diffidando l’Amam pretende che ci si metta in regola per evitare al Comune di incorrere ed accumulare danni erariali. Come disse il deputato Cateno De Luca: Prima o poi Palazzo Zanca dovrà pagare per questo anno in cui Messina sta usufruendo dell’acqua senza alcuna autorizzazione a farlo”.    

L’autorità per l’energia. “All’Amam è stata chiesta la documentazione che non è stata mai presentata. Visita ispettiva da parte della stessa autorità e della finanza. Anche questo provocherà danno erariale”

Il direttore generale Claudio Cipollini: La situazione è ancora da rimettere a posto. Non c’è una bacchetta magica. Risparmi da gare nel 2015 sono stati del 10%, nel 2017 del 30%. A proposito di gestione l’azienda è stata depauperata di risorse umane. Oggi c’è un’età media di 55 anni, nessun dirigente, oggi 63 con 16 contratti a tempo determinato. Su 51 società che servono 20 mln di persone, Amam dovrebbe avere 130 dipendenti. Il Comune ci ha autorizzato ad assumere personale. Tutto questo entro l’estate. La procedura del Tribunale è stata sospesa sia nel precetto che nel pignoramento”.