Carcere di Gazzi, un murales simbolo di riscatto e libertà

Colorare le mura interne di un carcere per rendere meno pesante l’atmosfera può diventare anche un segnale di speranza, un piccolo passo verso il riscatto. Questo è quanto sta avvenendo nel carcere di Gazzi perché è proprio partendo da questa idea che il Cepas (Centro prima accoglienza Savio) ha promosso la realizzazione di un grande murales in un cortile interno del carcere. Un grande dipinto che inneggia alla speranza del cambiamento.
Il murales che rappresenta la storia del profeta Giona e della balena occupa quasi 500 metri quadri del muro del cortile. Uscire dal cancello, che rappresenta la pancia della balena, è come varcare una porta verso la libertà.
L’incarico di realizzare l’opera e’ stato affidato a un giovane writers messinese, Nicolo’ Amato (Nessunettuno, il nome d’arte). Per dipingere Giona e la balena sono necessari oltre 150 litri di colore per esterni dal bianco, al blu al nero. Cinque ospiti della Casa circondariale sono impegnati volontariamente nella realizzazione dell’opera.

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