Impianto di Pace, il vero problema è il vincolo del Ministero

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Impianto di Pace, il vero problema è il vincolo del Ministero

lunedì 05 Febbraio 2018 - 09:34

Per qualcuno è la panacea di tutti i mali, per gli ambientalisti si tratta una vera e propria discarica a cielo aperto. Il Governo Musumeci ha dato il benestare per la ripresa dei lavori all’impianto di biostabilizzazione di Pace, che secondo il liquidatore di Messinambiente, Giovanni Calabrò, liberebbe la città dall’obbligo del conferimento in discarica. Non sono dello stesso avviso le associazioni ambientaliste, che non hanno avuto alcuna esitazione nell’attaccare bruscamente lo stesso assessore Daniele Ialacqua, che nonostante tutto ha sempre ribadito come a Pace non sarebbe sorta una discarica “vecchio stampo”.

L’idea del Governo regionale è quella di affrontare la crisi dei rifiuti colmando la penuria di strutture volte al trattamento dei rifiuti, da qui la necessità di ripartire da ciò che si aveva ed era bloccato. L’impianto di Pace rientra il questa categoria, visto anche il lungo contenzioso tra la stessa Regione e la società chiamata a realizzare la struttura per un valore di 12 milioni.

Palazzo Zanca aveva accolto con ottimismo le notizie giunte da Palermo, ma per l’assessore Ialacqua il vero problema è rappresentato dal vincolo paesaggistico imposto sull’area dal Ministero dell’Ambiente: “Abbiamo appreso della decisione del Presidente Musumeci attraverso la stampa e non per vie ufficiali – ha dichiarato –  abbiamo inviato una comunicazione alla Regione per sapere come si intende proseguire, ma al momento non abbiamo ricevuto risposta. Per noi lo sblocco per la realizzazione dell’impianto sarebbe un evento positivo, temo che però il vero problema sia rappresentato dal vincolo paesaggistico imposto dal Ministero. Questo punto lo ritengo difficilmente sormontabile”.

Fresco di passaggio all’Amam, l’ex responsabile per la raccolta differenziata di Messinambiente, Natale Cucè, non ha mai nascosto le proprie perplessità sull’impianto: “Qualora questa struttura venisse realizzata noi non possiamo fare altro che prenderne atto e farne i conti, ma io ho sempre avuto un’idea diversa. Ritengo i rifiuti vadano fortemente divisi a monte, cioè all’interno delle case dei cittadini, ancora si va a riversare in discarica 280 tonnellate di materiale al giorno, ciò è assurdo e insostenibile. Il secco (vetro, carta, cartone ecc.) può essere mandato in posti specializzati per il trattamento di questo genere di materiale, invece per l’umido dev’essere adeguato l’impianto di Mili. L’amministrazione ha predisposto una somma di 7 milioni di euro inseriti nel Masterplan, affinchè questi materiali trattati in un certo modo possano trasformarsi in una risorsa. Così sarebbe eliminato l’80% dei rifiuti e in discarica sarebbe portata una minima parte”.