Sanità a Messina tra tagli e stabilizzazioni, assessori regionali e deputati cercano "centro di gravità permanente"

Redazione1

Sanità a Messina tra tagli e stabilizzazioni, assessori regionali e deputati cercano "centro di gravità permanente"

venerdì 02 Febbraio 2018 - 19:12

“Dobbiamo riservare più opportunità nel ramo Salute Pubblica per tutte le fasce economiche e non per pochi intimi. Evitare e ricercare gli sprechi (laddove esistano) aiuterà il Sistema Sanitario, senza decurtare servizi e infrastrutture che generano e supportano l’assistenza medica. Non si tratta di costruire nuovi ospedali ma di non chiuderne quantomeno quelli essenziali che vanno a coprire territori a volte irraggiungibili ed impervi”. Da buon economista il vicepresidente della Regione Siciliana Gaetano Armao, nonché assessore all’Economia del Governo Musumeci, sciorina il suo ragionamento sulla razionalizzazione delle spesa pubblica in un terreno a volte forzato come la sanità e lo fa per la prima in un contesto messinese nella Sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele, in un incontro organizzato dall’Università Pegaso e quindi dall’ex presidente di Palazzo dei Leoni, Nanni Ricevuto. Una razionalizzazione a cui soprattutto la cittadinanza non riesce ad adattarsi se vuol dire farle venir meno le prestazioni assistenziali e che colpisce tutte le province siciliane, senza tenere conto delle caratteristiche orografiche del comprensorio peloritano. Si osserva il destino delle guardie mediche, dei mezzi di soccorso efficienti e salva vita, le mansioni nel mondo sanità con le ripercussioni nei concorsi pubblici e nel precariato. A dissertare per la prima volta è un numeroso parterre di relatori, ben 21: dalle quote istituzionali della Giunta regionale, oltre ad Armao, gli assessori agli Enti Locali Bernardette Grasso e nelle conclusioni alla Salute Ruggero Razza e i deputati della Commissioe Sanità De Domenico, Amata, De Luca e Galluzzo fino ai direttori generali e commissari delle aziende ospedaliere e sanitarie e comparto sanità. A coordinare il presidente dell’Ordine dei Medici Giacomo Caudo e il giornalista Massimiliano Cavaleri.

Più soldi dello Stato più salute – sintetizza il presidente nazionale della FNOMCeO (federazione che raggruppa gli Ordini dei medici d’Italia) Filippo Anelli -. Nei Paesi scandinavi succede e la politica deve ripartire meglio il fondo della sanità nazionale che prima veniva suddiviso in base al numero dei cittadini anziani. Al nord maggiore percentuale di terza età. Reggio Emilia e Lombardia prendono più del sud Italia per questo motivo. I medici hanno difficoltà a fare o medici. La violenza subita dalla guardia medica a Trecastagni in provincia di Catania. Gli specialisti, a volte, sono costretti a negare delle prestazioni per politiche economicistiche. Il rapporto di fiducia con il paziente va in crisi. La categoria dei clinici si fa carico della spending review. Il fondo della sanità deve rispondere agli obiettivi di salute, non solo il ripianamento della spesa o del bilancio“.

La Grasso avverte che bisogna prendere coscienza del territorio sena però avere un presidio sotto casa di ogni singolo abitante: “L’interesse del Governo nel voler rivendicate l’Assessorato alla sanità c’è ed è tanto. Sono stata in Commissione Sanità. Ho dato un contributo positivo e con passione. La politica deve programmare e non fare ingerenze. Sicilia ha pagato lo scotto del Piano di rientro come l’acquisto di apparecchiature che ha determinato la crisi in alcuni ospedali. Tagli lineari senza investire in eccellenza. Non bisogna avere presidi in ogni paese ma la deospedilizzazione non funziona senza fornite servizi, cifeve essere piano integrato. Irccs trionfo politica. Stroke in due aziende sanitarie”.

La Lorenzin – ricorda l’assessore messinese – incentiva la promozione della sanità primaria e secondaria con finanziamenti ad hoc. Si effettui lo screening prima che gli utenti arrivino in ospedale. Nel rispetto di una eccellenza come il Servizio d’emergenza – urgenza 118 nell’isola, si mantengano le ambulanze con medico a bordo”.

Il manager dell’Irccs Bonino Pulejo – ospedale Piemonte, Angelo Aliquò: “Intanto siamo una struttura pubblica. Ancora oggi qualcuno fa confusione. Puntiamo a dare produttività e questo vale anche per i centri satelliti che abbiamo creato in Sicilia nel campo della Neuroriabilitazione. Abbiamo aperto a gennaio 2017 a Salemi, ad agosto e dicembre altri due a Palermo. In particolare, abbiamo lavorato a regime nell’Asp di Trapani che è quella di Salemi e se non rientriamo con gli utili siamo disposti a restituire il milione e 800mila euro di apparecchiature. Il punto è alimentare l’assistenza qualificata e invertire il senso di marcia della migrazione verso il nord: attirare i pazienti al Meridione. Evidenziamo che l’Ortopedia è il secondo settore per cui si nota questo travaso di popolazione che decide di farsi operare fuori città mentre abbiamo personale medico altrettanto competente. Il potenziamento del pubblico è la nostra speranza”.

Il commissari dell’Azienda Papardo Maria Letizia Di Liberti dice: Non dobbiamo lamentarci che il plesso Piemonte non appartiene più del Papardo. Ma dobbiamo specializzarli. Questo era l’obiettivo della legge di accorpamento”.

Il commissario Asp Gaetano Sirna si sofferma sui 10 miliardi di euro persi con l’attuazione della cosiddetta medicina preventiva. “Quante prestazioni si potrebbero eseguire con 10 miliardi – aggiunge -. I radiologi dicono che questa disciplina costa troppo e che si potrebbe ridimensionare del 30%. D’altro canto, non troviamo anestesisti e cardiologi. Tra 10 anni, ci mancheranno 15mila medici. Non dimentichiamo infine che il privato lavora con fondi pubblici. Il SovraCup servizio unico di prenotazione, realizzato 4 anni fa, è riuscito ad inserire anche le cliniche private”.

“Bisogna pensare alla concentrazione della produttività che, spesso, passa anche dagli accorpamenti – dichiara il commissario del Policlinico universitario Michele Vullo -. L’innovazione invece non sostituisce la strumentazione e la frammentazione del sapere porta a preferire sempre il nord d’Italia. C’è stato un timido tentativo con il Balduzzi di mettere a posto le situazioni tra regioni e regioni. In questi giorni per esempio l’Humanitas e il San Raffaele stanno discutendo su una loro possibile fusione”. I 5100 infermieri dell’Ipasvi si sono espressi attraverso la voce di Nino Trino che riconosce una fondamentale importanza nel loro ruolo che non può vivere né di superlavoro né di demansionamento . E poi i parlamentari della VI Commissione hanno detto la loro sollecitati dal presidente Caudo.

De Domenico, in rappresentanza del Pd, sostiene che la centralità del paziente deve essere al primo posto. “E’ assurdo che d’estate alle Isole Eolie non si ha il cardiologo su 100mila utenti che transitano. Amata: “Penso all’Unità Pediatrica del San Vincenzo di Taormina che potrebbe essere trasferita a Palermo. Eppure è in attivo. Dovremmo avere uno spirito di conservazione e tenercela, piuttosto che lasciarla andare. Nella provincia poi non si smette di progettare l’aggregazione di servizi, nonostante i presidi coprano comuni molto ampi. Alla luce di questi abbattimenti proposti, però non si spende per la manutenzione ordinaria come nell’ospedale di Agrigento dove non funziona l’ascensore da quattro anni e si mantengono strutture fatiscenti”. De Luca dei Cinquestelle: “La cronicità dei pazienti scaturisce dal fatto che frequentemente, si manda a casa il paziente senza aver trovato la cura, chi si è rivolto alla struttura sanitaria ritorna nella stessa o al massimo va in un altro presidio aumentando i costi. Dovremmo trovare il coraggio di non dibattere sui tagli ma sull’efficientamento”.

Foto Rocco Papandrea