Niente assistenza alla comunicazione a bambino disabile, Comune condannato e "commissariato"

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Niente assistenza alla comunicazione a bambino disabile, Comune condannato e "commissariato"

venerdì 26 Gennaio 2018 - 09:39

Toccherà al Prefetto fare le veci di commissario ed eseguire le ordinanze del Tar di Catania e colmare così le inadempienze del Comune di Messina. A pagare queste inadempienze è stato un bambino  affetto da una  disabilità, che non ha potuto usufruire del servizio di assistenza all’autonomia e comunicazione, un supporto in più per tutti i bambini e ragazzi disabili durante le ore scolastiche dove potranno contare sull’aiuto di uno specialista.

A decidere le ore settimanali di questo supporto è il così detto gruppo misto, formato da un neuropsichiatra, consiglio di classe, docente di sostegno, Comune e famiglia del ragazzo. Proprio su questo passaggio obbligatorio il Comune ha temporeggiato, da qui la prima sentenza a favore della famiglia del ragazzo, rappresentata dall’avvocato Mariachiara Garacci.

La data è quella del 15 dicembre 2016, il procedimento riconosceva il diritto del minore  “ad essere affiancato da un assistente specializzato per la comunicazione, sia per il corrente anno scolastico 20 16 – 2017, sia per i prossimi anni scolastici e sino a quando sarà ritenuta opportuna la necessità di tale figura specialistica”. Inoltre si condanna il Comune a pagare la cifra di 800 euro. Una sentenza che implicitamente ordina al Comune di convocare il gruppo misto, ma con il passar del tempo questo passaggio non viene eseguito.

La famiglia del minore presenta ricorso, così arriva la seconda sentenza contro il Comune decisa il 10 gennaio scorso. Il Tar nomina il Prefetto quale “commissario “ad acta”, che provvederà in sostituzione dell’Amministrazione inadempiente, il Prefetto di Messina, con facoltà di delega ad altro funzionario del medesimo Ufficio. Il commissario “ad acta” provvederà nel termine di giorni sessanta decorrente dalla comunicazione in via amministrativa della presente decisione, ovvero dalla sua notifica su istanza di parte se anteriore”. Palazzo Zanca dovrà pagare le spese legali, pari a mille euro.