La Sicilia dovrà rinunciare a 380 milioni di fondi UE: 'Riscontrate troppe irregolarità'

Paolo Mustica

La Sicilia dovrà rinunciare a 380 milioni di fondi UE: 'Riscontrate troppe irregolarità'

venerdì 26 Gennaio 2018 - 11:40

Spese di personale non correlate al tempo effettivamente impiegato per i progetti, consulenti esterni privi delle qualifiche richieste, altre spese non attinenti ai progetti” e tanto, tanto altro. Una lista relativamente lunga che potrebbe annoiare il lettore ad una prima lettura. E se veniste a sapere che tutto questo costerà alla Regione Siciliana la rinuncia ad un terzo circa dei fondi strutturali europei? Esattamente 380 milioni di euro su un finanziamento complessivo pari a circa 1,2 miliardi, mica bruscolini per una regione che storicamente è stata sempre in deficit strutturale.

Allora forse l’elenco non sarà più così noioso da leggere, e sareste anzi curiosi di sapere che a quanto già elencato dobbiamo aggiungere le voci relative a “progetti presentati dopo la scadenza del termine di presentazione delle domande di partecipazione, insufficienti giustificativi di spesa, esecuzione delle attività non conforme alla descrizione dei progetti, violazione delle procedure di appalto e di selezione di docenti e fornitori”. Insomma, in una sola parola: mala-amministrazione. Lo lascia intendere implicitamente il tribunale dell’Unione Europea, il quale ha deciso di rigettare il ricorso dell’Italia contro la decisione della Commissione europea di decurtare i fondi strutturali a favore della Regione Siciliana proprio perché sono state effettivamente riscontrate “varie irregolarità” e “gravi carenze nella gestione e nei controlli” degli stessi.

I fatti risalgono al 17 dicembre 2015, quando la Commissione europea, dopo una serie di audit avviati sin dal 2005, ha deciso di ridurre il proprio contributo finanziario relativo al Piano operativo regionale Sicilia, approvato nel 2000 prima e nel 2004 poi, dopo il riscontro di diverse irregolarità.