Variante di Salvaguardia, i consiglieri chiedono aiuto ai professionisti: "E' uno strumento di tutela o di sviluppo?"

Un Variante di Salvaguardia segretata in molti punti essenziali, che per i consiglieri comunali può diventare un’autentica bomba ad orologeria. Sono proprio gli esponenti del civico consesso a lanciare un grido d’allarme, a chiedere una mano d’aiuto alle forze professionali della città, quelle stesse forze professionali lasciate fuori dalla creazione di uno strumento importante ma controverso.

Un confronto a 360 gradi che si è svolto nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, voluto dai capigruppo di Felice per Messina e Dr, Giuseppe Santalco e Nino Carreri, ma a rispondere presente sono stati anche Alessandro La Cava (Sicilia-Futura), Angelo Burrascano (Megafono), Daniela Faranda (Fratelli d’Italia) e Rita La Paglia (gruppo misto).

Un incontro avallati da quasi tutti i gruppi tranne che da Cambiamo Messina dal Basso e dal Partito Democratico. Un invito raccolto da tutte le migliori professionalità della città, tra architetti ed ingegneri, che non hanno celato le proprie perplessità che i rappresentanti politici hanno ascoltato con grande attenzione.

Il quesito su cui si è sviluppato l’intero dibattito riguarda proprio la natura della Variante di Salvaguardia, se dev’essere interpretata come un semplice strumento per blocco o di sviluppo di un’intera porzione di territorio. A giudicare dagli interventi la prima ipotesi sembra quella più accreditata. Ma anche se se sussistono i rischi per il territorio di cui ha parlato il dirigente, Enzo Schiera, in caso di bocciatura della Variante. Ed anche in questo senso sono arrivate delle rassicurazioni piuttosto nette.

Inoltre è stata l’occasione anche per mostrare le tavole che riguardano la famosa zona Q, che ricopre l’estremo litorale nord, da Ganzirri a Mortelle. Il messaggio lanciato da Giuseppe Santalco è forte e chiaro: “Noi vogliamo creare trasparenza. E’ vero che  sono state fatte ben indici sedute sul tema, ma almeno otto sono state dedicate alla comprensione della legittimità o meno del vincolo di segretezza imposto dall’amministrazione su alcuni atti che riguardano il documento. Noi siamo pronti a votare la Variante, va vogliamo capire se si tratta di uno strumento di crescita del territorio o di semplice tutela. Vogliamo comprendere se in quella porzione di città, ovvero la zona Q, qualora passi la Variante , non sarà possibile effettuare neanche una demolizione o una semplice sopraelevazione. Noi siamo a favore di uno sviluppo sostenibile, ma sempre di sviluppo si deve trattare”.

Nino Carreri rincara la dose: “Ormai siamo i lavavetri di quello che invece doveva essere un palazzo di vetro. Chiediamo una mano d’aiuto alla città, vogliamo votare con la consapevolezza di sapere ciò che si sta approvando o bocciando”. La bocciatura del documento da parte dei tecnici intervenuti è stata abbastanza netta, a prendere la parola sono stati professionisti del calibro degli ingegneri Pippo Bonanno ed Angelo Libetti, che si sono soffermati sull’assenza nel documento del recupero delle aree degradate, ma anche di un’idea di risanamento.

Il presidente dell’Ordine degli Architetti, Pino Falzea ha poi aggiunto: “La Variante non è adeguata al Piano Paesaggistico e rischia di essere invalidata – ha commentato – in merito alla lettera di Schiera, sottolineo che la città non rischia nulla in caso di bocciatura della Variante, ormai in quella zona ciò che è stato fatto rimarrà ma i pericoli non aumenteranno né diminuiranno. Inoltre non capisco l’autodenuncia del Comune verso l’UE per aver superato il limite dell’1% nelle Zone di Protezione Speciale, anche perché questo dato non corrisponde al vero visto che si deve tener conto di tutto il territorio cittadino. I rischi sismici ed idrogeologici non vengono per nulla affrontati nella Variante che quindi non stravolgerebbe più di tanto gli equilibri”.

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