Isole ecologiche chiuse, Calabrò: "I motivi sono tanti"

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Isole ecologiche chiuse, Calabrò: "I motivi sono tanti"

mercoledì 03 Gennaio 2018 - 09:08

Tutto chiuso fino al prossimo 8 gennaio, le isole ecologiche (Spartà, Pace, Tremonti, Gravitelli, Pistunina e Tremestieri)  chiuderanno i battenti per tutta la settimana, così come annunciato da Messinambiente. Una decisione che però ha suscitato qualche polemica, se non altro perché la motivazione ufficiale non sembra convincere al cento per cento.

Un riaggiornamento del sistema operativo, ecco cosa avrebbe spinto Messinambiente a chiudere gli impianti: “I motivi sono molteplici – ha commentato il commissario liquidatore, Giovanni Calabrò – il riaggiornamento del sistema operativo è uno di questi. Però non si negare che ci siano dei problemi, il solo impianto di Pace a stento riesce a soddisfare il fabbisogno cittadino. Infine si è rotto un pistone della pressa centrale di Pace, così deve passare qualche giorno prima che si possa mettere il pezzo nuovo”.

Nonostante le croniche difficoltà con cui si è costretti a fare i conti, Calabrò si dice soddisfatto di come è stato affrontato il sovraccarico dovuto al Natale ed al Capodanno: “Quelli sono i giorni in cui i rifiuti vengono moltiplicati in modo esponenziale, ma è normale. Possiamo però essere soddisfatti di come è stata affrontata questa fase, non credo che la città ne abbia risentito quindi sono contento del servizio offerto. Da qui la decisione di chiudere i centri di raccolta  in concomitanza dell’Epifania, ci sembra di correre un rischio calcolato senza che la cittadinanza possa avere delle conseguenze”.

Quindi chi ha del materiale differenziato da buttare dovrà pazientare qualche giorno, ma Calabrò torna a parlare dell’impianto di selezione dell’Ato 3 a Pace tenuto in naftalina e che risolverebbe parecchi problemi: “Affidarlo a Messinambiente  non sarebbe difficile, basterebbe un’ordinanza sindacale. Noi abbiamo inoltrato l’ultima richiesta lo scorso 28 dicembre. Un’altra strada potrebbe essere una concessione attraverso un accordo tra noi e l’Ato 3, esattamente come accaduto per le isole ecologiche che non sono certamente di nostra proprietà”.