Dal caffè galeotto a "Nella dialettica processuale un arresto ci sta", De Luca "preme il grilletto" del suo libro

Redazione1

Dal caffè galeotto a "Nella dialettica processuale un arresto ci sta", De Luca "preme il grilletto" del suo libro

venerdì 22 Dicembre 2017 - 18:51

“Vicende drammatiche vissute da De Luca. La prima parte del libro è importante perché fa entrare nella logica di quei racconti. Vorrei metter a fuoco la sensibilità lasciando da parte l’incompetenza e la corruzione dei magistrati. Quanto conta l’insensibilità nell’accusare gli innocenti? Il libro di Cateno serve a dire alla magistratura che gli imputati sono persone. La vicenda ultima è nella storia della Repubblica quella che fa schifo perché ha visto l’arresto di un deputato a distanza di due giorni dalla elezione. Dato di fatto certificato da documenti. Tutte le ipotesi di reato di cui è stato incolpato sono state azzerate. Non dobbiamo ingraziarci nessuno. Lo dico nella mia prefazione. De Luca ha messo in condizione il suo lettore di comprendere pagina per pagina, provvedimento per provvedimento. Io ho fatto raccolta di momenti a dimostrare come la causale dell’arresto sia ben precisa. Potete essere testimoni di questa ingiustizia”. Questo è l’epilogo del prof. Carlo Taormina, difensore del deputato regionale Cateno De Luca che questa sera al PalAntonello, illustra ufficialmente la sua fatica letteraria, “La lupara giudiziaria”.

“De Luca rientra nell’Assemblea Regionale a dispetto di altri – incalza l’avvocato Taormina -. Il libro è il prototipo di quello che può capitare ad ognuno di noi”.

Armando Siciliano, editore del volume, dice che è stato un lavoro di memoria facile per la precisione di De Luca che è stato dettagliato con il suo incartamento, con le sue date e le inchiete che l’hanno riguardato.

“Ci troviamo di fronte a un provvedimento che è stato smontato da due organi giudiziari – afferma De Luca -: prima dal GIP, poi da un intero organo collegiale che è stato in riunione 4 ore per arrivare al mio Riesame – dice De Luca -. Ci sono l’aspetto inediti nel mio libro, molto riservati. Abbiamo articolato il libro con la prefazione di Taormina che insieme a Micalizzi hanno subìto l’intimidazione dal Tribunale di Messina accusati di aver istigato De Luca. Un’azione che si incentra sul complotto giudiziario. Io distinguo negli inquilini di quel palazzo le anime corrette. Io parlò dell’umanità di De Rose, della pazienza riflessiva del Collegio del Riesame. Io ce l’ho con alcuni delinquenti del Palazzo”.

“Il libro si doveva intitolare il Calvario giudiziario, poi mi sono sentito tradito da una parte della Magistratura come il PM Carchietti che ha presentato richiesta per farmi affibiare il braccialetto elettronico dopo il caffè galeotto. La bevanda postata su Facebook durante i miei arresti domiciliari ha spinto il PM di turno a pensare di aumentarmi la restrizione. Il GIP De Rose mi mandò la notifica in cui in oggetto si determinava l’aggravamento della misura cautelare. Ho pensato che mi avrebbero trasferito a Gazzi in carcere. Invece De Rose mi dispone di non usare più il Social. Un sospiro di sollievo. Io sempre più cosciente che solo la Fede può aiutarti a superare certi momenti di sconforto. Ho costruito un intero capitolo sul mio sentimento verso il buon Dio di cui non mi vergogno e cerco quando posso di dimostrarlo”.

“De Luca andava fatto fuori. Io ho denunciato il sistema della formazione professionale, sistema della connivenza in cui la Procura era ben inserita, in cui figli di magistrati lavoravano. Come si poteva pensare di annientarlo col benestare di giudici. Il mio No al Lombardo quater è stata la mia tomba agli occhi giudici”.

Uno dei capitoli è l’attacco al Cateno De Luca imprenditore per far chiedere una organizzazione sana come la Fenapi. Se già Satta non era implicato figuriamoci i suoi sodali! Lo abbiamo dimostrato. È stato chiesto un sequestro tre volte superiore al totale dei beni di tutti. Un obiettivo criminale. Anche se sino state annullate le accuse, le banche non ci fanno credito. Domani ne discuteremo al Congresso federale della Fenapi”.

“Il procuratore ha fatto solo una denuncia civile forse per restare al suo posto”.
De Luca è ancora il candidato sindaco della città e sferra il suo affondo contro la massoneria e la mafia nascosta a volte, sotto mentite spoglie.