Vietato sfornare pane la domenica, le associazioni: 'Legge a favore della grande distribuzione'

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Vietato sfornare pane la domenica, le associazioni: 'Legge a favore della grande distribuzione'

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mercoledì 13 Dicembre 2017 - 12:33

Dopo il via libera al recente decreto regionale che impone il divieto di panificazione nelle domeniche e nei giorni festivi, come prevedibile le associazioni di categoria sono insorte. Nel dettaglio, Confartigianato, CNA, Claai e Casa Artigiani si sono riuniti a Palermo per discutere degli effetti che potrebbe comportare sull’economia sicula il decreto Lo Bello: “Il riposo nelle giornate domenicali e festive è sacrosanto, – spiegano – ma, così come il testo normativo è stato articolato, il divieto imposto ai panificatori finirà di fatto per favorire la grande distribuzione organizzata”.
“E’ un decreto, la cui efficacia va immediatamente sospesa perché nel suo complesso è dannoso per la categoria, oltre a presentare profili di illegittimità in quanto in contrasto con la direttiva di Bolkestein, recepita nell’ordinamento italiano, con l’obiettivo di favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i paesi. Nelle prossime ore avvieremo formale procedura per chiedere all’Assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano, che proveremo ad incontrare urgentemente assieme ai vertici del competente Dipartimento, di prendere in seria considerazione la nostra proposta, che è corredata da autorevoli e puntuali pareri giuridici.
Il decreto, non richiamando la classificazione del pane prevista dalla legge Bersani, è destinato a creare una condizione di svantaggio, se non proprio di concorrenza sleale, tra i panificatori e quei soggetti che esercitano attività similari. Succede infatti che, mentre i panificatori sono sottoposti a regime di chiusura domenicale o di turnazione, nella grande distribuzione si procede, senza soluzione di continuità, alla produzione e vendita di pane surgelato, spesso di provenienza estera, largamente spacciato per pane fresco. Inoltre il decreto genera una ulteriore discriminazione per i panificatori e danno per i consumatori finali. Il riferimento è all’obbligo di confezionamento, il cui esonero è previsto solo per i panificatori che vendono al dettaglio nei locali di produzione. Ma la regola non viene fatta osservare nei locali insediati nei centri commerciali e nei supermercati, seppur in assenza dei necessari requisiti.
Così come non figura nel decreto l’opportuna valorizzazione del pane tipico siciliano, attraverso la creazione di marchi di qualità, e non trova riscontro nemmeno la mancata abrogazione dell’articolo 27 della legge regionale del 23 dicembre del 2000 n°30 che assimila l’attività di panificazione ad un’attività commerciale e non ad un’attività artigianale imprenditoriale di produzione alimentare. Tutte queste incongruenze ci portano ad assumere una posizione fortemente critica sul decreto Lo Bello, certamente intempestivo e carente di concertazione con i rappresentanti di categoria”.