“In testa c’è il procuratore Barbaro. È un rapporto d’amore ed odio. Denuncia articolata in quattro parti. L’allegato A reperibile senza spegnere soldi, intitolato ‘oltre 10 anni di aggressione alla Fenapi’. La mia colpa è che parlo ma se non parlassi sarei morto. Ecco chi sono i giudici che si sono accaniti contro di me: V. B., L. T, A. C., che sono autori a vario titolo dei provvedimenti dei procedimenti penali n. 6444/11 e n. 3086/14; il Gip del Tribunale peloritano M. D. F. e un Ctu, C. T., che ci dovrà spiegare certe cose (questi ultimi due, reclutati solo dal procedimento datato 2014). Da oggi, parte azione che avrà riservatezza; la parte C riguarda Guardia di Finanza i cui rappresentanti sono: G. R., O. P. , J. P., S. L. G. e L. G. Alcuni hanno solo firmato. Altri, per sei anni, nella veste di Polizia Giudiziaria e Tributaria mi hanno tenuto compagnia e siamo diventati amici. Ultima parte interessa l’avvocato G. C. una sorta di confidente, che ha parlato a dispetto di ogni forma deontologica. L’ha fatto perché non era un avvocato qualsiasi”.
“Si trattò di un procedimento aperto dall’Ufficio di Procura che aveva ipotizzato una vera e propria associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale sulla scorta della denuncia per ingiuria dell’avv. Cicala del 24 marzo 2014 nei confronti del rappresentante legale del CAF e una informativa della Guardia di Finanza dell’8 maggio 2014 indirizzata alla Procura, dove l’esponente veniva qualificato amministratore di fatto del CAF Fenapi. C’è stata anche la supervisione dei superiori dei marescialli A. R. e F. F. I reati ipotizzati sono calunnia, falsificazione di atti giudiziari, violazioni varie che dovranno essere accertate dagli organi giudiziari. Atto ricognitorio su reati uguali di cui De Luca è stato accusato”.
“Voglio essere lasciato in pace per svolgere la mia funzione di eletto dal popolo, come lo so fare, denunciando con qualunque nome e cognome. Solo i mafiosi non denunciano. Potrei sedermi a giocare a carte pure io. Ma evito”.
“Ho sintetizzato tutto ne ‘La lupara giudiziaria’ quando la giustizia si trasforma e spara e fa lo stesso danno. I prossimi giorni lo scriverò e sarà pubblicato da Armando Editore. Sarà presentato il 22 dicembre alle ore 16 al Palacultura. Stampa limitata ed entro sabato 16 dicembre. Solo 100mila copie. Il 23 si farà il Consiglio nazionale della Fenapi il cui presidente Carmelo Satta ha dovuto ‘provare il gusto del carcere’ e si è anche scagionato. Un grande mio amico e fratello, a cui sono vicino. Hanno fatto una strage di innocenti neanche di impertinenti, io almeno sono impertinente”.
“Quando i carabinieri sono venuti a prendermi alle 7:02, per me era prassi. Ma mi sono meravigliato della misura cautelare di Satta. Del sequestro dei beni della Fenapi che non c’entravano non mi sono capacitato”.
“Non faccio diventare personaggi i personaggi che non sono di brindisi, giusto per chiarezza. Il mio progetto di liberazione sarà ufficializzato a piazza Duomo, l’1 gennaio alle 16:30, per un brindisi.
L’avvocato Taormina ha invocato il Ministero di Grazia e Giustizia per esaminare i fatti ed eventualmente sospendere in via cautelativa dall’esercizio chi si è occupato di questi casi, in particolare i magistrati. Ricordiamo che Barbaro ha querelato per diffamazione i due difensori di De Luca, insieme al deputato, con istanza di un risarcimento pari a 500mila euro. Ovviamente i suoi legali si sono già mobilitati per respingere la richiesta e la querela.
Foto Rocco Papandrea