Disoccupazione, Di Mento Fast-Confsal Sicilia: Poletti legga meglio i dati. 347mila sono contratti a termine

Redazione1

Disoccupazione, Di Mento Fast-Confsal Sicilia: Poletti legga meglio i dati. 347mila sono contratti a termine

giovedì 07 Dicembre 2017 - 15:46

“Fa piacere vedere l’entusiasmo e l’ottimismo con cui Giuliano Poletti al nome del Governo, continua a commentare i dati sull’occupazione diffusi dall’Istat la scorsa settimana, anche se continuiamo a dubitare che li abbia letti ed analizzati fino in fondo”.

Questo il commento del vice segretario generale di Fast-Confsal Sicilia, Nino Di Mento, in merito alle dichiarazioni del ministro del Lavoro sui 246mila occupati in più a ottobre e il tasso di disoccupazione giovanile ai minimi.

“I dati Istat citati dal ministro – spiega il sindacalista – non sono in discussione, ma è difficile sostenere che tali dati fotografino in maniera esauriente la situazione reale del mondo del lavoro in Italia e nel mezzogiorno e in modo particolare in Sicilia, dove non solo i dati non rispecchiano la reale e drammatica situazione, ma si registra anche un calo di retribuzioni per chi occupato lo è già, solo 23.729 euro di retribuzione annua lorda per lavoratore: di cui la sola provincia di Messina si posiziona  ultima in Italia nella classifica del reddito, rilevata in uno studio improntato nelle 107 province italiane.

La provincia in cui un lavoratore può cogliere maggiori opportunità di crescita si conferma Milano.

Il capoluogo lombardo, infatti, è al primo posto con una retribuzione annua lorda di 34.330 euro, oltre diecimila euro all’anno in più rispetto a Messina, davanti alla quale ci sono realtà come Crotone, Agrigento, Trapani e Ragusa.

Il ministro, ad esempio, dimentica di dire che il tasso di disoccupazione dell’11,1% a ottobre (stabile rispetto a settembre) è ben oltre la media Ue che nello stesso periodo si è attestata all’8,8%; una diminuzione dell’1% rispetto al 2016 a fronte del calo dello 0,6% registrato in Italia.

Quanto ai 246mila occupati in più, sarebbe corretto precisare che l’aumento è il saldo tra un aumento di 387mila lavoratori dipendenti e una diminuzione di 140mila lavoratori autonomi.

E che, soprattutto, dei 387mila lavoratori dipendenti in più ben 347mila sono contratti a termine. Una cifra che, oltre a smentire clamorosamente l’effetto miracoloso del Jobs Act sul posto fisso, rende anche assai avventato parlare di forte crescita dell’occupazione, considerato che molti di quei posti di lavoro sono costituiti da voucher, con poche ore di impiego effettivo”.

“Sul terreno della disoccupazione giovanile, infine – conclude Di Mento – vale la pena ricordare che se è vero che il tasso del 34,7% a ottobre rappresenta una diminuzione dello 0,7% su settembre e del 2,5% sul 2016, è altrettanto vero che in Europa la disoccupazione giovanile a ottobre si è attestata al 18,6%, praticamente la metà della nostra. Nel Vecchio continente peggio di noi fanno solo la Grecia (40,2%) e la Spagna (38,2%), che però hanno registrato entrambi rispetto al 2016 un calo di circa 4 punti percentuali. Un primato di cui non credo ci sia motivo di vantarsi, anzi tutt’altro”.