Una fabbrica di certificati falsi che truffava Inps e contribuenti

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Una fabbrica di certificati falsi che truffava Inps e contribuenti

martedì 05 Dicembre 2017 - 13:35

“Una vera e propria catena di montaggio del falso, una fabbrica della truffa dove tutti quelli che vi partecipavano avevano qualcosa da guadagnare. Gli unici a rimetterci erano gli onesti contribuenti dell’Inps”. Così il Colonnello dei carabinieri di Messina, Iacopo Mannucci Benincasa, ha commentato gli esiti dell’operazione Pathology che ha portato a trentatre  misure cautelari eseguite e sessantanove avvisi di garanzia, per un totale di centodue indagati. Perizie e certificazioni mediche false volte a truffare l’Inps, un calderone di cui facevano parte avvocati, medici, periti e funzionari pubblici.

Dovranno rispondere a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, truffa aggravata ai danni dell’Inps, falsa perizia, falso in atto pubblico e altro. Le indagini partono nella primavera del 2015 e a condurle sono stati i carabinieri della Compagnia di Patti che hanno scovato l’esistenza di veri e propri sodalizi che attraverso favori o piccole somme di denaro, riuscivano condizionare l’esito dei ricorsi giurisdizionali promossi da privati cittadini al Tribunale del Lavoro di Patti.

Ricorsi che puntavano al riconoscimento da parte dell’Inps di alcuni benefici assistenziali, come pensioni d’invalidità civile o il riconoscimento dello stato di portatore di handicap. I rimborsi ottenuti variavano dagli 8mila ai 43mila euro, un danno per la pubblica amministrazione che supera il milione di euro.

A condurre il tutto, secondo gli inquirenti, ci sarebbe l’avvocato Anna Ricciardi, già vicepresidente del Consiglio Comunale di Brolo, per lei custodia cautelare in carcere, e il suo compagno, il dottor Francesco  Piscitello, anch’egli trattenuto in carcere. A loro volta tutti supportati da Vincenzo Princiotta, Ilenia De Luca e Rosaria Lo Presti, tutti ai domiciliari, in quanto gestori di patronati o studi assistenza fiscale.

Secondo gli inquirenti, il sodalizio sarebbe arrivato fin dentro le strutture sanitarie pubbliche, gli ospedali di riferimento erano quelli di Sant’Agata di Militello e di Patti, ma anche nelle sedi Inps di Barcellona Pozzo di Gotto e Patti ed una struttura ospedaliera di Naso. Qui subentravano due figure amiche come Antonino Ventura e Margherita Salpietro (entrambi interdetti per 12 mesi dagli uffici pubblici), che in cambio di favori  avrebbero fatto  in modo che i ricorsi presentati dall’avvocato Ricciardi non avessero intoppi.

Il Procuratore Capo di Patti, Rosa Raffa, spiega il ruolo dei patronati: “Per loro era importante vincere più ricorsi possibili, per questo attraverso il passaparola si diceva al privato che voleva presentare il ricorso  di rivolgersi all’avvocato giusto, in questo caso la Ricciardi. Poi si metteva in moto tutto il meccanismo a partire dalla visita privata fatta dal Piscitello all’interno di una struttura pubblica, ma senza che venisse pagato il ticket”.

L’altro filone vede le figure dell’avvocato, Teresa Notaro e dell’assistente di studio Mariella Di Gaetano, entrambe ai domiciliari. Il modus operandi sarebbe lo stesso e il punto di riferimento in ambito medico sarebbe rappresentato sempre da Piscitello.

Dieci i provvedimenti di obbligo di dimora che hanno colpito Antonino Pino, collaboratore di studio della Ricciardi, altri titolari di patronati come Genoveffa Scaffidi Chiarello, Giusi Mincica e Genoveffa Cadili, altri due procacciatori di clienti di Messina, Daniela Calabrese e Francesco Di Giorno. E ancora Giuseppe Armeli, Sebastiano Conti Nibali, Stefano Marra e Nuccio Mangano.

Per i tanti medici coinvolti, il gip ha deciso la misura dell’interdizione della professione per periodi che vanno dagli otto mesi a un anno: i cardiologi Giovanbattista Bruni e Rosario Germanà, gli ortopedici Antonino Furnari dell’ospedale di Sant’Agata di Militello e Pippo Spatola di Patti ma anche per altri otto medici che avrebbero firmato consulenze tecniche fasulle: Iole Donzi’, Maria Giovanna Barbitta, Giuseppe Di Santo, Marianna Faraci, Bruno Fazio, Giuseppe Fulco, David Fazio, Rosario Di Stefano e Giorgio Giannitto.