Teatro Messina, Fiorino in Commissione: Da giugno potrebbe sparire. Furs verrà negato

Redazione1

Teatro Messina, Fiorino in Commissione: Da giugno potrebbe sparire. Furs verrà negato

giovedì 30 Novembre 2017 - 14:31

“Nessuno vuole uccidere il teatro ma neanche rilanciarlo. E’ certo che il prossimo maggio/giugno la programmazione potrebbe non esistere più. Non è ho fatto segreto neanche nell’ultima conferenea stampa all’indomani dell’approvazione della Stagione. Ma adesso è lo spartiacque. C’è la nuova Giunta regionale con l’assessore Sandro Pappalardo. Un motivo per far muovere una situazione che senza finanziamenti supplementari può voltarsi verso un epilogo di successo. Abbiamo ridotto il nostro cartellone ed eliminato produzioni extra. Ma la realtà è che, senza il Furs, non riusciremo a sopravvivere. La tranche da 560mila euro che doveva essere confermata entro l’anno ci verrà negata, in base alla relazione che è stata elaborata“. Inesorabile il presidente del Teatro Vittorio Emanuele Luciano Fiorino che oggi si è presentato nell’VIII Commissione Cultura insieme all’assessore di settore Federico Alagna, per dialogare con l’Aula riguardo le “Prospettive e problematiche dell’Ente regionale”

Ci sono lavoratori che non riescono ad accedere alla disoccupazione – incalza -. Rischiamo di chiudere sempre in disavanzo. Eppure registriamo 500mila euro di guadagno per gli abbonamenti. Un dato incredibile e pazzesco che merita un ringraziamento alla gente che crede ancora nella sponsorizzazione del messaggio culturale, inviato con gli sforzi dei messinesi, nonostante si parli male dell’Ente anche fuori. Non c’è più credibilità. L’Ente appare dissolvente perché non paga. L’Ibat non voleva darci alcun sostegno ma abbiamo avuto 40mila euro. Il teatro non ha futuro se deve elemosinare un contributo del Comune che comunque non ne risolleva le sue sorti”.

La passione di Fiorino nel sintetizzare lo status della struttura di cui è a capo è innegabile ma forse non basta per tenere la spina agganciata al respiratore artificiale. Il Vittorio Emanuele resta in bilico tra l’aspirazione di essere un valido volano di eventi e il suo coma che ogni tanto ha dei picchi e dei risvegli ma nulla di stabilmente sano senza rientri economici con quel milione di euro di debiti, malgrado la passione di tutti dai direttori artistici Celi e Pappalardo al Sovrintendente Bernava.

Il presidente di Commissione Piero Adamo perora la causa dell’istituzione di un regolamento tra amministrazione proprietaria dello stabile e la Regione. Alagna risponde che si sta studiando con Fiorino un atto concreto in tempi brevi. “Siamo stati assorbiti da emergenza strutturale – spiega il delegato alla Cultura -. L’Operazione Verità è stata chiesta da più parti. È importante raccontare alla città queste difficoltà. Il pubblico capisce e rimane fedele. L’apprezzamento per Fiorino e Pizzo di nostra nomina persiste. Non si può sostenere con contributo integrativo del Comune. L’agonia del teatro che continua. La passata Giunta regionale ha seminato numerosi problemi. Accorinti in primis chiederà ad assessore e deputati di prendere impegni precisi con l’Ente. Questo si regge a malapena ma non è predisposto per un salto di qualità. L’Istituzione a un certo punto deve dire: ‘Cosa volete fare. Lo volete vendere? E noi in questo frangente alzeremo le barricate. Il Cda ha il pieno sostegno da parte nostra. Riconosciamo situazioni arcaiche come quella degli orchestrali che hanno bisogno di qualcosa di più degli aiuti dei sindacalisti”.

Infine gli apporti dei consiglieri comunali al dibattito, uno su tutti quello della Consigliera Daniela Faranda che è stata parte integrante della storia dell’Amministrazione del Teatro, finita il 1° aprile 2013. “Nessun pesce d’aprile – esordisce -. Io avrei voluto che questo Ente continuasse a lavorare in attivo così come l’ho lasciato, all’epoca con un avanzo di un milione di euro. L’indotto del Teatro deve percepire le sue retribuzioni, i suoi tecnici, le sue maestranze sono un patrimonio che ci viene richiesto altrove in Italia. Perché rinunciarci? Non si può dimenticare che la gestione comunale degli ultimi quattro anni ha pesato sulla rinascita di questo teatro ripensando al sovrintendente Sajia. Poi, il contributo di 100mila euro da parte di Palazzo Zanca a cui il teatro avrebbe diritto non è mai stato versato”.

Foto Rocco Papandrea