Ineleggibilità Sindoni, consigliera decaduta: il mio legale impugnerà pronunzia d’Appello sospinto dalla mia tempra

Redazione1

Ineleggibilità Sindoni, consigliera decaduta: il mio legale impugnerà pronunzia d’Appello sospinto dalla mia tempra

martedì 21 Novembre 2017 - 15:54

“La mia serenità, la mia coscienza, la mia tempra mi hanno suggerito di dare mandato al legale di fiducia, l’avvocato Antonio Catalioto, per impugnare la pronunzia di appello che ha sentenziato la mia ineleggibilità. Non sono più in Consiglio Comunale perché la mia posizione in seno al laboratorio d’analisi (attività medica che nella mia famiglia si svolge da quattro generazioni) sarebbe in antitesi con il ruolo del civico consesso”. Così, l’ex consigliera comunale Donatella Sindoni interviene dopo una settimana di silenzio dai Social sulla sentenza del Tribunale di Messina che l’ha voluto scartare dall’Organo istituzionale dov’era stata eletta.

“Rammento che prima di questa legislatura avevo assunto la responsabilità di consigliere a palazzo Zanca già nel 2007. La vicenda è piuttosto complessa. Non la riepilogo perché giuridicamente cavillosa e discorsivamente noiosa. Quel che so intimamente e quel che cercherò di dimostrare tecnicamente in Cassazione, attraverso il patrocinio del mio Avvocato convinto della mia piena “eleggibilità”, è che il verdetto è ingiusto. Si ingiusto…non solo perché le urne hanno detto altro (il rispetto che porto per me è lo stesso che riconosco agli elettori che mi hanno votata per la mia storia personale, professionale, politica) ma, soprattutto, in diritto non ho torto a rivendicare che una norma – anche per valore Costituzionale – dovrebbe essere letta in maniera non distorta.

E ancora la Sindoni sciorina sul Social un elenco di dimostrazioni di affetto e di apprezzamento per il lavoro da lei svolto.

“In ogni caso, non posso sottacere che, in questi giorni, ho ricevuto così tanti attestati di stima, per come ho interpretato il mio ruolo di Consigliere Comunale senza mai sottrarmi a battermi per gli “ultimi”, per i licenziati di Casa Serena, per i diritti dei disabili, per le denunce sugli acquisti delle case popolari, per la speculazione vergognosa sulla pelle dei migranti, per le assunzioni senza concorso, per le targhe di toponomastica mai collocate, per la riqualificazione della Galleria Vittorio Emanuele, per i Tir fuori dalla città, per aver proposto una commissione d’inchiesta sul porto di Tremestieri, per i soldi dell’ecopass gestiti male, per la mancata rotazione dei funzionari dai dipartimenti dove girano tanti “soldini”, per gli asili che sono inesistenti, per i centri di aggregazione per gli anziani, per il “pasticcio” sulle quote di compartecipazione, per l’hotspot di Bisconte, per avere sollecitato la consegna dell’immobile al Cedav e tanto ma tanto altro ancora che appaga il mio stato d’animo e motiva il mio indomito agire”.