Direzione Pd, primo vertice dopo Regionali. Starvaggi: Investiamo su gruppo De Domenico. Vittoria Amministrative

Il bottino di 31mila voti incassati nella provincia di Messina per il Pd è assolutamente da congratulazioni, con una percentuale del 12,50% che non va a competere per il Presidente della Regione Siciliana ma con gli elementi schierati in campo per questa tornata elettorale. Tutto questo viene analizzato per la prima volta ufficialmente nellincontro al vertice, rinviato dal 15 novembre ad oggi pomeriggio, nell’ambito della Direzione del Partito e si organizzeranno i congressi Circoli nella prima settimana di dicembre, dopo quattro anni in cui non esistevano più. A riferirlo è il Segretario Provinciale Paolo Starvaggi che tiene a precisare come il suo schieramento abbia retto rispetto al dato nazionale e rispetto alla potenza del Centrodestra che nella provincia peloritana è più forte in modo quasi “incondizionato”.

C’è una vitalità e vivacità del Partito anche inaspettata considerando lo stato comatoso in cui ci trovavamo – osserva il coordinatore -. L’insieme di 31mila voti rappresenta un risultato straordinario sempre sulla bilancia con degli avversari dell fronte opposto che avrebbero fatto man bassa qui in Sicilia. Anche i Grillini si sono comportati meno bene, consegnando dei voti al Centrosinistra. Il loro Movimento ha perso il 5% rispetto a cinque anni fa quindi non ha conquistato l’astensionismo che è aumentato. Il dato è che i Cinquestelle perché il Pd aveva già perso quando si era spaccato a livello a nazionale. Non avendo vinto questa volta, non vinceranno mai più perché con la Legge Elettorale hanno buttato al vento un’occasione irripetibile. Con 7-8 punti di voto disgiunto sono riusciti a giocarsela togliendo dei consensi al candidato Presidente per il Centrosinistra. Noi, con la rottura della Sinistra e con il ritardo sulla candidatura di Micari, non abbiamo partecipato alla corsa per la presidenza. Il riscontro di Messina è che, nonostante lo strapotere e i robusti mezzi del Centrodestra che ha fatto il pieno assoluto, il Pd abbia resistito rispetto ai numeri regionali. Questa è una performance del Pd significativa in città. E’ oggettivo. Non dimentichiamo che a Messina il dato di Forza Italia è 23% rispetto al 15% regionale. Quindi noi abbiamo combattuto contro questo colosso e ci siamo spesi bene”.

Sull’esclusione dei cosiddetti personaggi eccellenti in quanto deputati uscenti, vedi il capogruppo di Sicilia Futura Beppe Picciolo e Giuseppe Laccoto che ha mantenuto comunque i suoi voti, sentiamo ancora l’interpretazione del segretario provinciale.

“Anche questa è uno sviluppo rilevante delle consultazioni – rimarca -. La mia segreteria con cui si avvieranno gli organismi e i circoli tra qualche settimana è già una realtà che ha dimostrato come le liste non vengano composte per i singoli e per garantire la poltrona a qualcuno ma per il partito. L’apertura fatta a De Domenico e al suo mondo è un atto di generosità che ha reso il nostro partito competitivo e forte. Ci avvaliamo di gente che ha fondato il partito e che ha avuta questa predisposizione ad accogliere nuovi volti con entusiasmo e fiducia, accettando la possibilità che il seggio fosse attribuito all’ultimo arrivato che riesca a rivaleggiare con un Centrodestra in grado ancora di sbancare sul popolo dell’elettorato”.

Starvaggi ricorda di aver proposto lui stesso il direttore generale dell’Università, lui che veniva reputato l’uomo di Lacçoto. Così ha dimostrato di essere attivo in tutto il territorio provinciale. “Laccoto ha confermato il suo standard – commenta -. Ha il suo radicamento in provincia con la sua struttura in determinati comuni ma non troppo in città, ha fornito un grosso contributo di presenza. Stiamo investendo sul gruppo che fa capo a De Domenico il quale è un valore aggiunto di cui non ci siamo voluti privare perché siamo convinti che vinceremo le Amministrative”.

Il risultato di De Domenico e della “squadra” trova una spiegazione anche nella mancanza di una lista che avrebbe aggregato “consensi di spessore” come quella dell’ex assessore Tani Isaja, dell’ex consigliere provinciale Barbalace e dell’ex presidente di quartiere Massimo Simeone e che essendo stata bocciata avrebbe deviato gli elettori verso altri soggetti del Pd. Ma Starvaggi non è propriamente d’accordo. “E’ stata una variabile – ammette – per la candidatura di cavalli di razza che hanno avuto cariche istituzionali e che hanno lasciato più spazio a De Domenico piuttosto che a Laccoto perché questi ha sempre preso in città 1000/1200 voti. Se gli altri ci fossero stati e non ci fosse stata quella leggerezza o disorganizzazione della lista, non ci sarebbe stato questo divario. Sono voti che comunque il Pd raccoglie perché non ci poniamo il problema della quantità di De Domenico e Laccoto. Il grande partito che ha grandi aspirazioni non deve interrogarsi su chi siederà a Palazzo dei Normanni o chi andrà alle Nazionali o chi avrà ruoli e spazi. Io stesso ho girato per i Nebrodi quando sono state realizzate le Primarie. Questo è e deve essere il Pd di Messina”.

Foto Rocco Papandrea  

Redazione1

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