Micari privilegia Messina per spegnere tour: E’ la città che ha sofferto di più in questi anni su cui vogliamo investire

“Il ponte sullo Stretto è la porta dell’Europa. E’ chiaro che c’è un’azione che deve essere fatta subito e deve andare a lavorare sulle strade che indiscutibilmente hanno bisogno di finanziamenti e di continui aggiustamenti e manutenzioni. Ma ragionando e guardando a medio lungo termine e ad una Sicilia da qui a 10 anni, questa opportunità della logistica permette di convogliare il commercio e di trasferire ricchezza e sviluppo”. Queste le parole del candidato alla Presidenza della Regione siciliana, Fabrizio Micari che, nel primo pomeriggio di oggi, ha deciso di navigare sullo Stretto in una traversata rappresentativa verso/da Villa San Giovanni, insieme a parte dei candidati all’Ars e vari esponenti del Centrosinistra ma soprattutto insieme al mondo dell’imprenditoria per tornare poi con un carico di giovani nel viaggio di ritorno. Con lui anche il Portavoce nazionale del Pd, Matteo Richetti, il suo vice designato Giovanni La Via (dopo il patto Pd – Alfano), nonché europarlamentare e uomo di fiducia di Castiglione e il deputato alla Camera di Alternativa Popolare, Vincenzo Garofalo. La traversata è avvenuta rigorosamente su un mezzo veloce del vettore pubblico ma se il gruppone di Centrosinistra fosse dovuto passare su traghetto o aliscafo privato, “avrebbe pagato comunque il biglietto” – sostiene il competitor alla corsa di Palazzo d’Orleans.

“Adesso, anche i prodotti dell’Oriente non fanno giri paurosi – progetta il Rettore di Palermo -: attraverso Rotterdam, arrivano nel Mediterraneo e risalgono in Europa da sud. L’obiettivo che io mi pongo e che pongo alla Sicilia è che questa Isola deve e può diventare il cancello dì ingresso del Mediterraneo. Nel momento in cui ci si prepara ad accogliere e giungono questi grandi commerci internazionali, ci vogliono porti, collegamenti ferroviari e bisogna dirigersi velocemente verso l’Europa”.

Ma la roccaforte di Micari & Co è, senza ombra di dubbio, il ruolo della formazione, dell’Università e della scuola che hanno giocato nella propaganda di questi mesi. Richetti dice: “Sentire conversare di argomenti che interessano e si immergono nel progresso culturale e che servono al salto nella dimensione del lavoro per tutte le giovani generazioni quasi stride con la dialettica aggressiva degli ultimi tempi”.

“Chiudere la campagna elettorale a Messina è un segnale forte, di spiccata volontà di investire su di lei che ha sofferto maggiormente in questi anni – rimarca- . Mi riferisco all’Autorità Portuale e quindi sia a Messina città che il comune di Milazzo. Su Messina vogliamo investire e lavorare tanto, ecco perché l’ho scelto per abbassare il sipario di queste mie tappe. Concluderò laddove ho cominciato a Palermo dove Don Pino Puglisi è stato ucciso nel 1993, un luogo simbolico, che comunque non considero chiusura ma un percorso di crescita”.

“Ho sentito di tutto in questa campagna elettorale di una tale violenza verbale – spiega Micari – anche del desiderio di bruciare vivo il ‘buon’ Ettore Rosato. Noi, invece, vogliamo mantenerci su toni pacati e rispettosi. Abbiamo attuato un’analisi delle esigenze della gente perché se questa si è allontanata dalla politica, è successo che la politica non ha saputo dare più delle risposte. Noi abbiamo ascoltato la gente con la logica di cogliere le loro mancanze che non sono rispecchiate da cattedrali nel deserto quali il casinò senza servizi intorno”.

Sulla questione dell’aver percepito una possibile assenza da parte del partito sul territorio e in particolare di Renzi, Micari risponde convinto: “Assolutamente no. Fino a ieri sera, ero col ministro della Coesione Territoriale, Claudio De Vincenti che è stato qui 4-5 volte. Ho avuto Graziano Delrio che si occupa di infrastrutture che ha fatto visita 2 volte. Ancora, ho avuto Martina e lo vedremo più tardi a Palermo per parlare di agricoltura e degli incentivi per questo settore. Lo stesso Renzi è passato da Catania. Ma è molto più importante avere ottenuto l’appoggio in più riprese dei ministri”.  

A Villa San Giovanni i ragazzi universitari lo aspettavano per imbarcarsi con lui, sempre metaforicamente, nel tragitto di rientro.         

Foto Rocco Papandrea 

        

Redazione1

Published by
Redazione1