Previsionale 2017-2019, debiti da 412 mln del 2016 scendono a 103 con bilancio armonizzato

Il Bilancio del Comune di Messina passa dai 417 milioni del 2013 agli attuali 738 milioni. Sono state recuperate risorse pregresse (ad esempio il contributo per i contrattisti 2014-15-16, fermo per anni alla Regione e sbloccato con l’impegno dell’amministrazione e dell’Ufficio Risorse Umane); è stato fatto un intenso lavoro di contrasto all’evasione fiscale; si è continuato nell’opera di riduzione delle spese correnti e di risparmio strutturale sulle spese energetiche; sono stati posti a frutto la progettualità e la capacità di attrarre risorse sui fondi europei. I

Il sindaco, Renato Accorinti e gli assessori, al Bilancio, Vincenzo Cuzzola ed ai Controlli Interni e Monitoraggio del Piano di Riequilibrio, Guido Signorino, hanno delineato oggi, a Palazzo Zanca, i temi inerenti al Bilancio di Previsione Finanziario 2017/19, approvato lo scorso giovedì 26 dal Consiglio comunale, al Piano di Riequilibrio Finanziario ed ai rapporti con la Corte dei Conti. La manovra di bilancio 17/19 evidenzia come siamo finalmente ritornati alla quasi normalità della azione amministrativa, dopo i turbolenti anni delle difficoltà finanziarie. Infatti, dimostra come si intraveda la fine del tunnel degli squilibri strutturali e si possa cominciare a pensare al futuro.

Il Bilancio di Previsione approvato in Consiglio è un bilancio “quasi normalizzato”, che porta a frutto le politiche finanziarie poste in essere dall’Amministrazione in questo quadriennio amministrativo, coniugando l’equilibrio corrente con il recupero del risanamento finanziario e l’avvio delle politiche di investimento.

Quando l’Amministrazione Accorinti si è insediata, il Comune si trovava in violazione del patto di stabilità, in deficitarietà strutturale, in ritardo sui pagamenti correnti, in crisi di liquidità, privo di capacità assunzionale e con un piano di riequilibrio non approvabile. La strategia economica dell’Amministrazione si è fondata su due pilastri: risanamento e reperimento di nuove risorse per lo sviluppo. Il primo, evitare il dissesto della città. In un contesto depresso, in cui il Comune è indebitato con tanti cittadini e aziende private, il fallimento dell’ente locale avrebbe ovvie e pesanti conseguenze anche sull’economia privata e sulle imprese creditrici, col rischio di un “effetto domino” che potrebbe trasmettere il default dal settore pubblico a quello privato, già così duramente provato dalla crisi internazionale e nazionale. Era (ed è tuttora) quindi doveroso impegnarsi per il riequilibrio finanziario ed evitare il dissesto. Il secondo pilastro: per riattivare l’economia in una città con la finanza pubblica in sofferenza, è stato il reperimento di fondi aggiuntivi (europei) che finanziassero l’investimento pubblico. Con questo bilancio il risanamento si associa all’avvio degli investimenti in opere strategiche, necessarie e attese da decenni per la città.

In tal modo, oltre a garantire il mantenimento dei servizi per i cittadini, abbiamo ricostruito il rispetto delle necessità legate al riequilibrio finanziario e posto le basi per il riavvio del ciclo degli investimenti pubblici in città. Solo chi è (a esser buoni) disinformato può affermare che questa amministrazione sta solo attuando progetti precedenti. Se col Masterplan si aprono cantieri in parte (ma non esclusivamente) relativi a progettualità già disponibile (e da aggiornare), coi fondi PON-Metro, Agenda urbana, Bando periferie, PAC-Sociale, PON-Inclusione, ecc. questa Amministrazione porta a Messina risorse per progetti totalmente nuovi. Su oltre 300 milioni di fondi “freschi” che arriveranno in città nei prossimi anni in virtù di questo bilancio, più di 200 sono per nuovi progetti di questa Amministrazione, che realizzano interventi sulla protezione del territorio, sull’innovazione tecnologica, sui trasporti, sull’innovazione sociale, sul supporto alle imprese e al lavoro. A questi si aggiungono le risorse per il completamento delle opere “storiche” e delle incompiute (dal viadotto Ritiro al porto di Tremestieri, dalla via D. Blasco al secondo Palagiustizia). In accordo con le parti sociali l’Amministrazione sta lavorando per garantire la massima ricaduta occupazionale per la città dall’importante finanziamento delle nuove opere, puntando a costruire le condizioni per l’attuazione del protocollo sottoscritto in tal senso con i sindacati.

Per questo si può dire che questo è un bilancio solido, di risanamento e di sviluppo. Un bilancio “maturo” per il rilancio della città.

La fase del risanamento finanziario dell’Ente parte da una prima azione di accelerazione del percorso. Si è compiuto un complessivo e prospettico monitoraggio del piano (oltre, come ormai sappiamo, ad aver reso lo stesso perfettamente integrato al bilancio, il che ne consentirà, anche in futuro, più semplice anche la gestione), sostituendo le previsioni di entrata non più realizzabili (per assenza dei provvedimenti legislativi di attuazione), con altre indubbiamente conseguibili, ma costatando e prevedendo anche una riduzione complessiva, distribuita negli anni rimanenti, della massa passiva del piano stesso, relativamente agli stanziamenti per Messinambiente, ATM, Debiti Fuori Bilancio e Contenziosi in corso. Oltre al risanamento però si è pensato, al rafforzamento degli equilibri strutturali, provvedendo ad accantonare (anche se ancora non esigibile) la copertura per i debiti fuori bilancio fisiologici maturati in corso d’anno e per il contenzioso. Sarà, quindi, anche più semplice la interlocuzione con il Ministero, prima, e Corte dei Conti, poi, adesso che, superata la stagione della rimodulabilità dei piani, ne hanno ripreso l’esame, compreso il nostro.

Per uscire dal tunnel del riequilibrio, bisognava ridurre la massa passiva pari a 412 milioni di euro da piano certificata, con la delibera di Consiglio Comunale 69 del settembre 2016. Ad oggi, dopo gli indirizzi che abbiamo fornito ai Dipartimenti con la delibera di GM 257/2017, la massa passiva si è ridotta a 281 milioni. Di questi, 179 milioni di euro sono stati assorbiti al bilancio con l’entrata in vigore del bilancio armonizzato (in sostanza il comune di Messina oggi avrebbe dovuto comunque stanziarli anche se non si fosse trovato in procedura di riequilibrio). Quindi è evidente a tutti che la vera massa passiva da piano è effettivamente pari a circa 102 milioni. E pensare che c’era chi voleva il dissesto e pensare che c’è chi ancora ne parla, mentre in effetti si potrebbe anche revocare la procedura di riequilibrio, se non fosse indispensabile incamerare il fondo di rotazione per riconoscere e pagare immediatamente i debiti fuori bilancio.

Abbiamo quindi raggiunto per il triennio 2017/2019 il finanziamento di un livello di spesa adeguato agli standard precedenti e fissati dalla Amministrazione, che ritiene, sia pure in un momento di risanamento, doveroso investire in alcuni settori considerati prioritari: in primo luogo il sociale (leggasi servizio mensa scolastica, mense dei poveri e Casa di Vincenzo) prevedendo sufficientemente le relative spese; poi quello della promozione della Città ( che per storia, cultura, tradizioni e centralità mediterranea non può rimanere marginale) sul piano interno ed internazionale (ecco a cosa servono le spese di rappresentanza); ancora quello organizzativo e per l’adeguamento alla “managerialità” della gestione (ecco lo stanziamento di 150 mila euro per il dipartimento patrimonio, necessario per implementare procedure di gestione immobiliare che ne consentano redditività, piuttosto che oneri improduttivi) ed infine quello partecipativo (ed ecco lo storico stanziamento, nel triennio, del fondo economale per le Circoscrizioni) e per lo sviluppo economico (ecco l’incremento da 50 a 100 mila euro del fondo per il microcredito).

Ma la normalizzazione oltre che negli equilibri si sta evidenziando anche negli aspetti temporali della gestione di bilancio, infatti, licenziato il bilancio stiamo lavorando al Rendiconto, ma con un occhio già alla previsione di bilancio 2018/2020, che contiamo di varare entro fine novembre, contestualmente all’Assestamento, e che completerà il progetto di “risanamento e sviluppo”. Sul fronte del risanamento continueremo a condurre l’azione di contenimento del drenaggio che il piano comporta sul Bilancio ( da un lato monitoreremo costantemente le attività di accertamento delle maggiori entrate, le quali, almeno in parte, saranno sicuramente conseguibili nel 18 e seguenti, dall’altro avvieremo azioni di “transazione” dei Debiti Fuori Bilancio e dei Contenziosi in essere, provvedendo ai primi pagamenti entro fine anno). Sul fronte dello sviluppo continueremo l’azione di “riposizionamento” della città nel contesto interno ed internazionale, oltre che a finanziare servizi per il bisogno, grazie anche alle azioni di recupero evasione tributaria che abbiamo avviato in questi giorni e che produrranno già i primi risultati entro fine anno.

Foto Rocco Papandrea

Redazione1

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