Il dado è tratto. Non solo la seconda Stroke Unit a Messina, per la cura dell’ictus, è pronta all’Irccs Neurolesi – ospedale Piemonte ma si ha già una data di apertura, preventivata per il prossimo 3 novembre che dovrebbe essere rispettata, visto che la concentrazione pubblica sarà poi indirizzata allo svolgimento delle elezioni Regionali e al loro esito. Bando dunque a quelle che sono state le logiche di rifiuto, decantate via lettera, dai Neurologi del Policlinico universitario “G. Martino” e suffragate dalla posizione assunta dal Rettore dell’Ateneo, Pietro Navarra, che, fino alla scorsa settimana, invocava un confronto, tramite tavolo tecnico, con i professori, gli accademici e le istituzioni. Ad indicarci e svelarci qualche chicca di questo nuovo assetto ospedaliero è il Direttore Sanitario dell’Irccs – Piemonte, Dino Alagna.
Sul fronte che ci catapulta al rapporto tra l’Istituto di ricerca “Bonino Pulejo” e l’Università, è chiaro che, nell’interesse di un percorso di assistenza medica che funzioni, sia necessario sopire qualunque fonte di disputa, per quanto mossa da competenze specialistiche e da esperienza acquisite nel ramo neurologico e riabilitativo. In questo momento, un intero reparto è stato costituito ed organizzato con i suoi posti letto, con il suo personale abilitato in tutte le sue componenti professionali e con le sue apparecchiature.
Nello specifico della nota dolente “neurologi Policlinico” che giudicano “deleteria” una Stroke Unit, ad una distanza minima dalla propria localizzazione, il Direttore Sanitario ribatte con serenità: “Noi stiamo eseguendo solo il Piano Regionale, le Linee Guida dell’Assessorato alla Salute, ciò che ci è stato assegnato. Non vogliamo spingerci oltre la programmazione sanitaria. Pensiamo ad impegnarci in qualcosa che comunque, in quest’area geografica, è nuovo”.
Vediamo nel dettaglio di conoscere la formazione della Pianta Organica di un reparto destinato ad essere un’esclusiva nella nostra Penisola. “Ci sono otto medici più un altro dirigente responsabile, vincitore di concorso – assicura Alagna -, più quindici infermieri dedicati, più sei operatori socio-sanitari. Un organico completo e scelto, con contratto di lavoro a tempo determinato, che inizierà il servizio nei primi giorni di novembre, contestualmente all’apertura dei locali. Stiamo procedendo in linea con quello che è stato lo sblocco delle assunzioni dalla Regione”.
Vale la pena ricordare, giusto perché esiste la cronistoria di una pubblica amministrazione, che il Padiglione 6 è stato oggetto di interventi di adeguamento sismico all’epoca della gestione Caruso. Per l’esattezza, questo appalto ha ottenuto, a fine novembre 2011, un finanziamento di oltre un milione e 200mila euro con fondi ministeriali, da trasferire alla Regione Siciliana e circa 165mila accantonati dal bilancio di Azienda. In data 26 febbraio 2013, la gara per l’assegnazione dei lavori è andata a compimento, lavori che sono stati avviati il 15 aprile dello stesso anno e dovevano essere consegnati il 13 ottobre sempre del 2013. Ma le somme pubbliche dirottate sul Padiglione 6 non si arrestano. Quello è stato anche il periodo propizio, in cui i vertici ospedalieri hanno indetto aste pubbliche, ben 2, per ricavare risorse dall’alienazione degli immobili di proprietà del nosocomio “Piemonte”, spendibili per la ristrutturazione dello stesso, su vincolo assunto con l’Assessorato.
Gli immobili venduti corrispondono a 5 per un totale complessivo di circa 918mila euro, inserito in apposito fondo di bilancio per quello scopo. Insomma, oltre due milioni di euro sprecati per un fabbricato, il 6, che è rimasto inutilizzato con le scarne mura, fino a quest’ultimo anno.